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Inter, al Meazza beffa evitabile: nerazzurri traditi da un nemico arcinoto

Daniele Vitiello

L'analisi di Fcinter1908.it dopo la sconfitta maturata ieri sera al Meazza

Va scandito forte e chiaro: ieri l’Inter non meritava assolutamente di perdere. Serviva una grande risposta al severo scetticismo serpeggiante dopo il pareggio di Genova ed è arrivata. L’inizio di gara è stato eccellente, giocato a testa alta e senza paura contro un’avversaria di primissimo livello. Organizzata e solida in ogni zona di campo, la squadra di Inzaghi ha dato la sensazione di poterla vincere, ma purtroppo così non è andata. Ai punti un pareggio sarebbe stato più giusto, probabilmente anche un po’ stretto per l’Inter, e invece l’epilogo è stato il più crudele possibile. La sconfitta fa male, ma insegna: i nerazzurri dovranno farne tesoro per evitare altre spiacevoli beffe nel corso della stagione.

Inzaghi può comunque accennare un sorriso. Sarà forse un paradosso, ma l’autostima dopo un passo falso del genere può anche aumentare. Tornando a casa, ciascuno dei calciatori, avrà riavvolto il nastro dell’incontro ripercorrendo con rammarico quelle situazioni in cui una maggiore attenzione ai dettagli avrebbe potuto garantire un finale diverso. Pesano sullo 0-1 finale le chance sciupate sotto porta. Come già in altre occasioni (anche l’anno scorso), ultima la trasferta di Genova, manca là davanti la giusta dose di concretezza. L’Inter crea molto, ma non realizza a sufficienza. E’ quello il nemico principale da combattere per giocare alla pari contro le big e per gestire al meglio energie e risultati contro squadre alla portata.

A rompere gli equilibri in un finale di gara che sembrava non aver più nulla da raccontare, è stato però un altro fattore. Inevitabilmente Carlo Ancelotti ha avuto maggiori opportunità di intervenire con sostituzioni di livello superiore rispetto a Simone Inzaghi. Vidal non ha ripetuto i disastri dello scorso anno, ma allo stesso tempo non ha inciso come avrebbe desiderato. Dumfries rimane ancora oggetto misterioso, mentre Correa è finito nella trappola dei difensori avversari senza opporre troppa resistenza. Dalla manica, invece, l’allenatore avversario ha tirato fuori i jolly Camavinga e Rodrygo: l’arma giusta per approfittare dell’evidente stanchezza della mediana dell’Inter. Loro la combinazione che ha portato al gol decisivo. Pazienza.