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L’Inter impressiona per solidità, il Napoli rimbalza. Adesso Spalletti può…

Francesco Parrone

Prova di maturità dei nerazzurri che ringraziano Handanovic, ma hanno sfiorato anche l’impresa. Si ferma a 13 la striscia di vittorie degli azzurri

Luciano Spalletti è autorizzato a entrare nel ristretto club di chi ambisce allo scudetto. Il Napoli resta capolista con due punti di vantaggio, ma per la prima volta non vince e non segna, particolare quest’ultimo di certo rilievo. Secondo La Gazzetta dello Sport, l’ Inter ha smorzato l’alta velocità sarriana, di frequente l’ha deviata su binari morti. Samir Handanovic è stato strepitoso in tre-quattro occasioni, ma affidarsi a un grande portiere non è una colpa. E per par condicio va detto che Reina non è rimasto a guardare, un paio di volte – specie in un’occasione su Borja Valero – il portiere azzurro ha salvato la porta. Senza dimenticare che Albiol ha sventato sulla linea un quasi gol di Vecino.

L’Inter è andata a cercarsi il punto e se l’è meritato. Nerazzurri imbattuti dopo nove giornate, non succedeva dal 2007-08, stagione in cui vinsero poi lo scudetto. Non significa nulla, è soltanto un ricorso storico, ma rafforza il discorso di cui sopra. La squadra merita di stare dov’è in classifica.

L’ Inter non ha avuto soggezione dell’avversario, accreditato dei migliori pronostici, e ha mostrato forte personalità nel perseguire il proprio possesso. Un giro-palla meno rapido e attraente della circolazione sarriana, ma efficace. Inter falsa lenta, capace di far correre il pallone e a tratti di indurre ipnosi nel Napoli, per nulla abituato in Italia ad affrontare squadre che lo sfidino sul proprio terreno. Eppure l’ Inter ha osato e ha sporcato lo spartito della capolista. Spalletti si è inventato un accorgimento: quando i suoi ripartivano, la difesa si disponeva a tre e Nagatomo avanzava per aiutare la squadra a salire. I nerazzurri hanno corso dei pericoli nelle uscite dal basso, certi scambi di passaggi davanti ad Handanovic sono stati da brividi, bastava un errore di tocco o di misura per consegnarsi alla ripartenza alta di Mertens o chi per lui, ma per crescere bisogna prendere dei rischi. Il dato finale sul possesso palla sembra esagerato, il 62,3 a 37,7 non asseconda l’impressione visiva di un’ Inter padrona del suo campo e del suo gioco.

(Fonte: Sebastiano Vernazza, La Gazzetta dello Sport 22/10/2017)