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Mancini: “Voglio vincere un Mondiale da CT. Tutto sull’Inter e il mercato…”

Francesco Parrone

Quarto Di Francesco o Inzaghi?

"Roma più attrezzata, ma la Lazio ha qualità che sfrutta bene in trasferta. Sarà sprint".

Lei avrebbe tenuto fuori Nainggolan?

"Premessa: bisogna conoscere il contesto. Per come sono fatto io, l’avrei fatto giocare e punito dopo. Come facevano gli allenatori con me".

Vincerà ancora la Juve?

"Sì, è la più attrezzata e ha quella rabbia che gli viene dalla storia. Non impari a vincere in 5 minuti. Io ricordo che facce avessero Bettega, Furino e Tardelli quando li incrociavo in campo. L’Inter dei miei scudetti aveva gente del genere".

Scelga due cartoline nerazzurre.

"La prima Coppa Italia e lo scudetto a Siena".

E il Napoli?

"Temo che possa patire le partite di coppa del giovedì, ma sono sicuro che resterà attaccata alla Juve fino in fondo. Il suo bel gioco continuerà a fruttare".

Il Milan di Fassone?

"Con Fassone ho lavorato benissimo all’Inter. Anzi, ritengo che l’errore più grande dell’Inter sia stato proprio quello di far partire Fassone, competente e brava persona. Il primo anno avevamo fatto bene, eravamo arrivati quarti che oggi vorrebbe dire Champions. In genere, squadra che vince non si cambia. Non andò così".

Dicono che all’Inter l’unico che avesse il coraggio di contraddirla fosse Mirabelli. Che oggi tanti criticano.

"Un conto è fare l’osservatore, un conto il d.s. in un club come il Milan. Massimo ha bisogno di fare esperienza e di imparare, ma i giocatori li vede e farà bene anche al Milan".

Capello è stato feroce: il Milan ha acquistato troppi giocatori mediocri, servivano solo tre campioni.

"Io dico che il Milan ha acquistato buoni giocatori. Per il salto di qualità servirebbero 2-3 pedine di grande valore. Ma non è facile convincerle a venire in Italia e quanto ti costano nel mercato di Coutinho?".

Se Fassone e Mirabelli la chiamassero al Milan, avrebbe traumi da proprietà cinese o da colori avversi?

"No, io lavoro bene con tutti e non ho problemi di colore".

Lavorerebbe ancora con Balotelli?

"Non l’ho seguito molto, ma ho visto che ha segnato tanto. Per il bene che gli voglio, spero che possa ancora togliersi tante soddisfazioni. Ha solo 27 anni. Deve tornare in Nazionale. Uno come lui, certe partite può vincerle anche da solo".

Più sorpreso dal licenziamento di Montella o da quello di Mihajlovic?

"Un allenatore esonerato non è mai una sorpresa, è parte del suo lavoro. Con Sinisa non mi sento da parecchio tempo".

Ha qualche idea tattica in testa su cui lavorare?

"Premessa: dipende sempre dai calciatori che hai a disposizione. In generale: quattro attaccanti puri. Mi servirebbe un centrale di mediana capace di soccorrere bene la difesa ed equilibri di squadra delicati. Ma ci lavorerei volentieri. La frontiera è questa: la ricerca di un calcio sempre più offensivo".

Il City di Guardiola.

"Appunto. Ha almeno sei giocatori offensivi da far ruotare in attacco che lo rendono micidiale. Anche più del Barcellona".

Conte contro Mourinho?

"Vedrete: s’incontrano e finisce a tarallucci e vino"

 

(Fonte: Luigi Garlando, La Gazzetta dello Sport 11/1/18)

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