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Inter, Ausilio: “Inzaghi? Architetto d’interni. Il mercato di gennaio e i rinnovi…”

Il direttore sportivo nerazzurro ha parlato a Skysport del momento della squadra e delle difficoltà superate in estate

Eva A. Provenzano

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In esclusiva, Skysport ha intervistato il direttore sportivo dell'Inter, Piero Ausilio che ha parlato di come è cominciata la stagione nerazzurra e di come in estate le difficoltà del club siano state ingigantite. Ecco le parole del dirigente interista:

«Come è stato possibile vincere? Un'idea ce l'ho. Attraverso la perseveranza e il lavoro. Di tutte le persone che hanno creduto dall'inizio in questo progetto. Dall'arrivo di Suning nel 2016 e da allora è stato un crescendo di scelte, di allenatori, di persone, management, giocatori ma io non dimentico nessuno, con chi abbiamo iniziato anche. Nelle difficoltà. Perché tu parti con una gestione di allenatori come Pioli, Spalletti - che ci ha portato in CL - poi c'è stato il lavoro di Conte che ha portato al successo dopo tanto tempo, quindi un grande lavoro e adesso c'è un nuovo architetto di design, Inzaghi». 

-Dopo quanto è successo questa estate questa stagione è stato un miracolo? 

No, un miracolo no. C'è stato un attimo di disorientamento quando Lukaku ci disse che sarebbe andato via. Non era previsto. E sapevamo che avremmo dovuto fare un sacrificio di mercato. Avevamo preparato e organizzato quello di Hakimi, già da tempo si parlava di questa opportunità. L'addio di Lukaku non era previsto, per i tempi, e soprattutto quando ti arriva nel pieno inizio della stagione e fai fatica a riorganizzarti e pensare le idee che ti permettono di mantenere le competitività. Lì siamo stati bravi. Perché non ci siamo mai persi d'animo, abbiamo individuato anche insieme all'allenatore quali potevano essere i giocatori migliori. Aver sostituito Lukaku con Correa e Dzeko a quelle condizioni penso sia stato un ottimo lavoro. I risultati lo stanno confermando. 

Non ci siamo mai persi d'animo. Ci siamo guardati in faccia. Perdere persone di quel calibro, per quanto avevano contribuito al successo, poteva sembrare una montagna enorme da scalare, ma è il bello di questo sport perché hai subito un'altra occasione.

-Cosa porta Inzaghi di diverso?

Si può pensare a lui come ad un architetto d'interni. Pensa a lavorare su una struttura esistente e lavora sul bello per dare libertà alla squadra, qualità, possesso palla, fantasia, non si può non notare nella struttura della squadra. Sta lavorando su una struttura solida. 

-Avete avuto paura di perdere Inzaghi prima di prenderlo? 

È stato tutto molto veloce. Sapevamo dell'incontro con Lotito. Non sapevo come si era concluso. A noi era stato detto che non c'era nulla di definito e abbiamo pensato di avere chance ed essere convincenti. Siamo stati bravi a chiudere velocemente, tutto fatto al telefono con delle conference call. Poi fisicamente ci siamo visti dopo, per firmare. L'abbiamo convinto con le idee e con il progetto. Noi non stavamo perdendo tutto, stavamo perdendo qualche elemento importante, sapevamo che potevano essere sostituiti. E stiamo dimostrando che la strada che stavamo andando a percorrere è comunque positiva e sta dando risultati. 

-Dipinto peggio di quello che era?

Dipinto peggio di quanto fosse, non ci si può arrendere alle prime difficoltà. Perdere un allenatore come Conte e un giocatore come Hakimi e poi successivamente Lukaku ed Eriksen poteva ammazzare chiunque, non noi". 

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