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Inter, errori e progetto fermo tormentano Conte. ‘Trinità’ e 3 speranze: lo Scudetto passa da…

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La Gazzetta dello Sport analizza la situazione in casa nerazzurra con le preoccupazioni dell'allenatore nella corsa allo Scudetto

Alessandro De Felice

Non c'è pace per Antonio Conte e la sua Inter. Il tecnico nerazzurro deve fare i conti con una brusca frenata del progetto nerazzurro targato Suning, che lui stesso ha definito "fermo". "La tempesta societaria sulla testa della squadra ha un peso: il tecnico si aspettava ben altro dopo il primo anno di crescita impetuosa - spiega La Gazzetta dello Sport - e, invece, ad agosto e soprattutto a gennaio ha assistito alla ritirata della proprietà cinese, costretta dal regime di Pechino e dalla contingenza economica a chiudere i rubinetti".

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La famiglia Zhang continua a cercare nuovi investitori, mentre ieri Bc Partners avrebbe presentato l'offerta ufficiale, che sarà esaminata in un CdA. Una proposta che, secondo la Rosea, difficilmente porterà a qualcosa a causa della chiusura al fondo inglese dovuta alla distanza di circa 200 milioni sulla valutazione del club.

Il futuro nerazzurro passa dall'unità del gruppo, che non dovrà lasciarsi distrarre da voci, stipendi in ritardo e assenza della proprietà. L'obiettivo è non staccare la spina e la Coppa Italia ha sottolineato ancora una volta una divisione netta tra chi è più utile e chi meno: "Senza Lukaku e Hakimi non sarà mai la stessa Inter. E poi c’è chi i gol li divora (Sanchez) e chi li regala (Handanovic), senza scordare le bizze di Vidal, lontano parente del guerriero che fu, ma con la stessa complicata testa dell’Arturo juventino. Eccoli, da una parte gli uomini scudetto e dall’altra quelli che necessariamente, per credere di poter arrivare fino in fondo, devono migliorare di parecchio. In mezzo c’è Conte, con il cerino in mano".

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L'Inter si affida a un poker di pedine, fondamentali per Conte e la squadra: "Ha davanti a sé 19 partite – 20, al massimo – in cui Conte dovrà incrociare le dita e sperare di avere i suoi soldati scelti sempre a disposizione. Tre su tutti, Lukaku, Lautaro e Barella: la chiamavano trinità. Sono i veri insostituibili, quelli senza i quali l’Inter diventa una squadra quasi normale, ambiziosa per contratto ma non per parametri tecnici. A questi tre è giusto aggiungere un quarto nome che non ha tradito, anzi ha risalito la china: Brozovic è avanti anni luce rispetto a Eriksen, il tutto nonostante i recenti segnali di vita dal pianeta danese".

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Le parole di Conte ("Progetto fermo") era anche riferite al mercato, che con un paio di ritocchi avrebbe dato tranquillità al tecnico e la squadra. Ora, invece, l'Inter vive di speranze: "Quella che Handanovic torni a portare punti veri in classifica: fin qui è accaduto solo contro il Napoli. Speranza che Vidal (che non sarà multato per la protesta post sostituzione) dopo il minuto 60 di ogni partita non cali costantemente nel suo apporto fisico, figlio di una condizione approssimativa che spinge il tecnico a sostituirlo. Oppure che l’altro cileno, Sanchez, ricominci (o forse inizi?) a tirare in porta e a segnare, prima ancora di fare la faccia un po’ così per lo scarso impiego. Da qui passano la chance scudetto dell’Inter di Conte: «schiacciare tutti» (semicitazione di una vecchia frase di Zhang) oggi non è più un obiettivo".

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