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Inter, obiettivo fissato a centrocampo. Doppio diktat di Zhang prima di partire

Inter, obiettivo fissato a centrocampo. Doppio diktat di Zhang prima di partire

Prima di rientrare in Cina, il presidente dell'Inter ha definito le strategia, anche di mercato, per il club nerazzurro

Andrea Della Sala

Dopo aver alzato lo scudetto e sistemato parte delle questioni Inter, il presidente Steven Zhang è potuto ripartire per la Cina. Definiti i rinnovi della dirigenza: Ausilio, Baccin, Samaden e Marotta che erano in scadenza, hanno firmato fino al 2024. Ora si pensa al futuro del club.

"La manifestazione di fiducia nei confronti dei dirigenti è quindi l’atto finale di questi quasi due mesi che Steven non dimenticherà. Atteso a lungo come il principale invitato della festa, era sbarcato a Malpensa solo il 28 aprile, giusto in tempo per festeggiare il primo scudetto vinto da una proprietà straniera da queste parti. Zhang ha subito misurato da vicino quanto possa essere contagiosa la passione nerazzurra, esplosa per le vie della città e attorno a San Siro. Ma ha verificato pure quell’atavico vizio tutto interista di complicarsi la vita e trasformare ogni gioia in un piccolo-grande dramma. Giusto il tempo di consegnare la Coppa ad Antonio Conte e il generale, che aveva portato la truppa al trionfo, ha lasciato il fronte.

La rescissione è nata da una distanza enorme tra tecnico e il club su progetti e ambizioni, ma la sfida di provare a stare ad alto livello (pur stringendo la cinghia) è stata raccolta da Simone Inzaghi. Il presidente ha fatto in tempo a conoscere a cena il nuovo allenatore, ne ha apprezzato i modi garbati, l’entusiasmo e le idee chiare", si legge su La Gazzetta dello Sport.

Non bastasse, Zhang ha trovato pure il tempo per strappare la firma più importante, quella sul finanziamento che permette di guardare al futuro senza esagerati allarmismi. I 275 milioni ottenuti dal fondo californiano Oaktree, da restituire in tre anni e con in pegno le azioni del club in mano a Suning, sono il vero lascito di questo periodo presidenziale a Milano. Il tutto, però, si lega direttamente al rinnovo del management: una volta messi in sicurezza i conti, a loro il compito di preparare la cena col poco che c’è in frigorifero. Il diktat è chiaro e non è negoziabile, con l’obbligo di aggiungere un centrocampista in più in rosa. Alla fine della sessione dovranno rimanere nel salvadanaio 70 milioni di utile e il costo del lavoro dovrà essere abbassato del 15%" analizza il quotidiano.

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