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Antonello: “Inter non cambia visione, vuole il top. L’arrivo di Conte ha dato slancio”

Marco Astori

Le parole dell'amministratore delegato dell'Inter

Intervenuto durante "Sport Industry", talk online organizzato da Rcs Academy, l'amministratore delegato dell'Inter Alessandro Antonello ha parlato a 360 gradi della situazione economica nel calcio in conseguenza all'emergenza Covid-19: “Il taglio degli stipendi è un tema di assoluta importanza e priorità nella nostra agenda e di tutto il mondo del calcio - riporta Calcio e Finanza -: va affrontato per garantire la continuità e la sopravvivenza del sistema calcio. Senza una soluzione a questo problema, difficilmente si potrà affrontare serenamente il futuro.

I club non possono essere lasciati da soli, è fondamentale che venga affrontato a livello europeo e nazionale in maniera omogonea. Va garantita anche la competitività dei club. Un modello tipo il salary cap della Liga può essere un esempio, la cosa fondamentale è creare un sistema flessibile. La crisi è di natura finanziaria, i club stanno mettendo a disposizione risorse che hanno ma non basterà. Senza soluzione a questo problema difficilmente si potrà affrontare serenamente il futuro".

L'INTER

Il dirigente si è poi soffermato in particolare sul caso dell'Inter: "La pandemia ci ha portato a vivere circostanze davvero uniche. Per quanto riguarda l’Inter, nel 2019/20 il club stava percorrendo a grande velocità una strategia che avevamo costruito con azionisti e che stava funzionando, tra presenze record allo stadio e ricavi commerciali in crescita. Questo ovviamente si è interrotto con la pandemia. Il primo pensiero è diventato così quello di tutelare la salute, dei nostri collaboratori, giocatori, di tutti coloro che gravitavano nel club e soprattutto ai tifosi.

La strategia aziendale di medio-lungo termine non l’abbiamo assolutamente cambiata, è sempre stata rivolta alla creazione di valore nel medio-lungo termine con due parole chiavi: sostenibilità e stabilità sia a livello sportivo che a livello economico. L’arrivo di Antonio Conte ha dato slancio ai risultati sportivi che ci ha portati al 2° posto in campionato e a giocarci la finale di Europa League, dall’altro lato quello che l’Inter ha voluto costruire in questi anni è un brand globale che si deve rivolgere non solo ai tifosi ma soprattutto alle nuove generazioni, cercando di offrire un prodotto calcistico al di là dei 90’. È fondamentale ricordare che il mondo del calcio compete con altre industrie e compete nel mondo dell’entertainment e noi su questo puntiamo.

Per questo abbiamo spinto molto sulla produzione di contenuti digitali ad alto valore aggiunto perché ci ha aiutato, soprattutto grazie alla Media House e alla digital transformation, a stare vicino alla fanbase e ai nostri partner. Abbiamo voluto, attraverso i contenuti digitali, dare e offrire servizio ai nostri sponsor. In più ci siamo focalizzati sui protgetti strategici, con interventi anche con riduzione dei costi operativi che abbiamo dovuto affrontare. In termini di prospettiva, l’Inter non sta cambiando visione a medio-lungo termine, con l’obiettivo di tornare ad essere uno dei club più importante a livello europeo e di tornare prima possibile a raggiungere obiettivi.

A livello generale, quello che è necessario è affrontare i temi strutturali del mondo del calcio. È importante guardare al futuro, non bisogna solo guardare al breve quindi gestire la pandemia sul breve periodo, ma soprattutto avere visione a medio-lungo periodo. Percorso che sta affrontando la Lega con l’arrivo dei fondi di private equity aiuterà a dare valore alla Serie. Un altro elemento importante riguarda le infrastrutture, il club è partito già da due anni con un progetto strategico fondamentale, ovverosia il progetto per il nuovo San Siro, che è fondamentale per ripartire.

Altro tema fondamentale è capitalizzazione, i club hanno bisogno di interventi costanti degli azionisti, è tema che andrà affrontato. Ultimo e non ultimo è capitale umano, è essenziale puntare su risorse umane ed è fondamentale farlo attraverso i giovani, è necessario che il mondo dell’università e dello sport possano vivere molto vicini perché possono portare benefici in una industria che richiede nuove professionalità. È necessario lavorare a livello di sistema e avere lungimiranza, evitando di guardare ai singoli interessi e avendo un approccio di sistema", ha concluso.

(Calcio e Finanza)