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Babysitter licenziata, l’avvocato di Lautaro: “E’ stata la ragazza a chiedere di andar via”

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Sono due delle precisazioni contenute nel testo inviato dall'avvocato Anthony Macchia, difensore fiduciario del calciatore dell'Inter Lautaro Martinez
Marco Macca Redattore 

"Non corrisponde al vero che il sig. Martinez abbia interrotto il rapporto di lavoro domestico allorquando la lavoratrice risultava 'in punto di morte' come emerge dalla lettura degli articoli che circolano in rete, atteso che il licenziamento. Le è stato comminato sei mesi prima del decesso", inoltre la babysitter aveva chiesto "di essere licenziata per poter fruire delle retribuzioni differite e del Tfr in ragione della determinazione di voler fare ritorno nella terra natia, l'Argentina". Sono due delle precisazioni contenute nel testo inviato dall'avvocato Anthony Macchia, difensore fiduciario del calciatore dell'Inter Lautaro Martinez, in merito alla condanna per il licenziamento della babysitter, poi morta per una grave malattia.

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"Il mio cliente - spiega l'avvocato nella nota - seppur umanamente dispiaciuto per la prematura scomparsa della giovane ragazza, la quale ha svolto per un breve periodo (circa 11 mesi) il ruolo di lavoratrice domestica presso l'abitazione familiare, si trova — obtorto collo — costretto a dover prendere, mio tramite, formale posizione rispetto ad una notizia che, giammai, avrebbe voluto pubblicamente commentare, ma che sta assumendo contorni del tutto inveritieri e che stanno ledendo la sua immagine e la sua reputazione".


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Secondo l'avvocato Macchia, "non corrisponde al vero che il sig. Martinez non abbia voluto conciliare e porre fine ad un contenzioso in cui — lo si ribadisce — lo stesso è stato convenuto, posto che — ed è verbale — il mio cliente si è reso financo disponibile ad elargire gli importi indicati dal Giudice del Lavoro del Tribunale di Milano (peraltro, ben maggiori rispetto a quelli poi indicati nel dispositivo della sentenza dallo stesso magistrato) ad una associazione benefica da scegliersi a discrezione del giudicante e che l'accordo non è stato possibile per il rifiuto degli eredi della signora e dei Suoi procuratori presenti in udienza". "Ritenendo, dunque, di aver debitamente chiarito i contorni di questa triste vicenda, il mio mandante si riserva, nei confronti dei soggetti che hanno veicolato notizie false e tendenziose per un futile tornaconto, ogni opportuna azione, civile e penale, al fine - conclude l'avvocato - di salvaguardare la propria onorabilità".

(ANSA)

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