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Bergomi: “Inter club unico e diverso da tutti, Lautaro il simbolo. E farei questi tre colpi”

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Intervista esclusiva a Beppe Bergomi, storico capitano dell’Inter, nello speciale Figli delle Stelle del Corriere della Sera
Alessandro Cosattini Redattore 

Intervista esclusiva a Beppe Bergomi, storico capitano dell’Inter, nello speciale Figli delle Stelle del Corriere della Sera dedicato allo scudetto. «Quando parlo dell’Inter mi emoziono. E più passano gli anni più cresce la passione e la sofferenza nel guardare le partite».

In un’ipotetica classifica dei trionfi nerazzurri (il triplete, la squadra dei record del Trap, la Grande Inter di Herrera) dove collocherebbe l’impresa della seconda stella?


«Molto in alto. Adesso danno tutto per scontato. Ma dietro c’è un grande lavoro. Di quattro anni. Dobbiamo rendere merito a questa squadra. Che ogni volta si è reinventata. Una volta vincevi lo scudetto e cambiavi pochissimo. Adesso ogni anno vanno via dei campioni e l’Inter riprende la corsa come prima».

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L’uomo simbolo del ventesimo scudetto?

«Dico Lautaro. Gli anni scorsi quando non segnava si intristiva. Adesso è davvero utile allasquadra. Prende botte, va a sedare le risse. Ha acquistato una leadership speciale».

Troppo superi ore l’Inter o troppo debole la concorrenza?

«Tra le rose dell’Inter e del Milan non c’è questo gran divario. I nerazzurri hanno lavorato bene. Penso alla crisi di risultati di un anno fa e Dimarco che racconta: ci siamo guardati in faccia, parlati. Chiariti. Da allora non sbagliano un colpo e vanno in finale di Champions».

La seconda stella cancella il dolore per l’eliminazione in Champions?

«Non vedo l’eliminazione come un disvalore. La testa era sul campionato. E poi l’Inter non è ancora al livello del City e del Real. Ma ci può arrivare».

Questo scudetto è l’inizio di un ciclo?

«Ci siamo già dentro. Due scudetti in quattro anni più le coppe, la finale di Istanbul con i nerazzurri sempre protagonisti».

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Chi è il Bergomi di questa Inter?

«Qualcuno pensa a Bastoni. Un giocatore eccezionale ma più tecnico di me. Io dico Acerbi: per l’attenzione, la concentrazione mi assomiglia. Quando è arrivato dalla Lazio c’erano dei mugugni. Ma rispondevo: questo ha le palle».

Zielinski, Taremi, forse Gudmundsson e Zirkzee; bastano come acquisti?

«Se l’Inter tiene tutti i big è già una buona base. Poi cercherei un difensore veloce. Quest’anno abbiamo preso poche ripartenze, ma uno così serve. In più aggiungerei una punta giovane da far crescere. E ciliegina un centrocampista fisico».

Si gioca troppo?

«Guardando il calendario constato che a gennaio 2025 ci saranno due turni di Champions, due turni di Coppa Italia e la Supercoppa. Mi chiedo come faranno a incastrare tutto?».

Che voto dare a Marotta?

«L’Inter ha subito attacchi violenti. Ha risposto con gentilezza ed eleganza. Mai una dichiarazione fuori posto. Merito della società, chapeau a Marotta».

L’Inter è davvero un club diverso dagli altri?

«Sì, noi siamo unici».

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