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Conte come Simeone? Il rumore dei nemici è già iniziato, ecco la mossa in anticipo

Sabine Bertagna

Il tecnico nerazzurro ha parlato molto chiaramente ieri in conferenza stampa

A osservarli, soprattutto per l'intensità con la quale vivono e respirano la partita dalla panchina, sembrano davvero molto simili Antonio Conte e Diego Simeone. Il paragone lo ha fatto Diego Godin, che con il Cholo ha lavorato e che in Conte ha ritrovato alcune sue caratteristiche. Con qualche differenza, che ci spiega lo stesso Conte in conferenza: "Con Diego calcisticamente eravamo molto simili, anche lui era difficile da affrontare. Un giocatore che non mollava mai che te lo ritrovavi box to box a difendere e ad attaccare. Sta facendo un’ottima carriera da tecnico in un posto ideale, con la sua filosofia, la sua idea, io a differenza sua sono stato più girovago. Ho affrontato diverse esperienze con diverse squadra, ma parliamo di un grandissimo tecnico”.

Intanto è già Inter-Juventus. La sfida delle sfide per interisti e bianconeri e soprattutto per un ex bianconero che ora rappresenta i colori nerazzurri. Nella testa e nelle parole di Conte Inter-Juve è già iniziata. Quel brusio di sottofondo, quell'accennare anche non troppo velatamente, quell'anticipare un clima che in tanti preannunciano rovente hanno infastidito il tecnico nerazzurro che in conferenza (in risposta ad una domanda sul razzismo) ha scoperchiato il pentolone e messo in chiaro il suo pensiero: "Ci si trova a commentare articoli dove si parla della futura partita tra Inter e Juventus dove io verrò coperto di insulti dai tifosi bianconeri. Io lì rimango sbalordito. Chi scrive e chi parla a livello di comunicazione dovrebbe avere maggior coscienza di capire cosa comunica e cosa trasmette. Ora c’è penna libera, chi più incita alla violenza o a un sentimento di odio e rancore, continua a scrivere. Fossi io il direttore di una testata li caccerei a calci in culo. Facciamoci caso, chi scrive o chi parla sta sempre dalla parte della ragione. Chi scrive e comunica ha una responsabilità in più rispetto agli altri e alimenta questo sentimento di odio e rancore. Ma perché? Perché fa più presa? A me da veramente fastidio vedere questo o suggerire di insultare una persona, torniamo sul calcio giocato". 

Antonio Conte abbraccia il rumore dei nemici e lo fa suo. Anche questo fa parte della sua battaglia e di quella del gruppo che dovrà essere pronto a scendere in guerra con e per lui. Lo fa il giorno dopo la comparsa di Mourinho a Milano (che non è mai un evento di secondo piano). Il portoghese di Conte non ha voluto parlare. Si è tenuto stretto i suoi ricordi, l'amore del popolo interista, l'affetto e la stima eterna dei suoi ex giocatori. Forse anche qualche rimpianto per un (non) ritorno sulla panchina dell'Inter. José come Conte è un girovago, non si è mai fermato troppo a lungo nello stesso club. I due allenatori hanno più punti in comune di quanti potrebbero mai ammettere. L'ultimo è proprio il riferimento al rumore dei nemici, che a Milano si percepisce ad un volume più alto. E che se manipolato bene unisce più di ogni altra cosa. Lo sanno bene sia Mourinho che Conte, che ieri ha dichiarato il desiderio di aprire un ciclo. Più chiaro di così...