FC Inter 1908
I migliori video scelti dal nostro canale

primo piano

Corsera – Serie A , la “ripartenza a tutti i costi” e il timore di Gravina. Dalla Figc…

Mentre l'Uefa fa pressioni affinché si portino a termine i campionati, la Lega è più prudente

Gianni Pampinella

Si riparte. Anzi no. Regna il caso all'interno del calcio. Mentre l'Uefa fa pressioni affinché si portino a termine i campionati, la Lega è più prudente. "La parola d’ordine è «ricominciare a porte chiuse». Come se una partita fosse 11 contro 11, più la panchina. Coinvolge centinaia di persone, tutte qualificate, addetti ai lavori, i famosi broadcaster, tecnici, operai, impiegati, forse i giornalisti, gente che ha famiglia. Perché costringerli ad andare a lavorare a Brescia, Bergamo, Milano, Verona, tutte zone ora rosse? Non lo saranno più? Speriamo, ma non c’è un infettivologo, un medico, un virologo, un ricercatore che adesso garantisce un futuro così roseo", sottolinea il Corriere della Sera.

"Il calcio ha già rinviato gli Europei nel 2021: complimenti Uefa, più agile e tempestiva del Cio, che muovendosi veloce come una coda fuori dal supermercato ha impiegato troppo tempo per fare lo stesso con i Giochi di Tokyo. Invece il mondo del pallone nostrano, Federcalcio davanti a tutti, Lega più prudente, si ostina a voler ripartire, dimenticandosi che ogni data finora ipotizzata è stata spazzata via da medici e infettivologi, gente seria che combatte la morte, e poi dai provvedimenti del governo".

"Massimo Moratti si è chiesto «il perché di questa obbligatorietà a ripartire», una domanda posta con eleganza e fine ironia da parte di un uomo che sa di cosa stiamo parlando. Si ha paura delle cause legali, è la motivazione fondamentale che spinge a ripartire a tutti i costi".

"È il timore di Gravina, quello di andare incontro a cause infinite, avviate da quelle società più sensibili ai fatti loro. Orientato ad accontentare l’Uefa, minacciosa con chi studia e programma piani alternativi. Non si ha il coraggio, la prudenza, l’etica, il buon senso di fare come in Belgio dove chi governa il pallone ha scritto la parola «fine». Meglio pensare alla salute, nostra, quella del calcio, industria importante per il Paese, e alla prossima stagione. Quella sì va organizzata per bene, con testa e cuore. Significherebbe capire la lezione impartita dal mostro".

(Daniele Dallera - Corriere della Sera)