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Cambiano gli interpreti, non l’Inter: mandato a memoria lo spartito di Inzaghi

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Il turnover massiccio a cui sta ricorrendo l'ex tecnico della Lazio si sta rivelando un'arma vincente per i nerazzurri

Fabio Alampi

Ancora una volta Simone Inzaghi ha ampiamente fatto ricorso al turnover: se domenica contro l'Udinese aveva cambiato ben 7 elementi rispetto alla precedente gara contro l'Empoli, ieri contro lo Sheriff sono state 5 le novità rispetto all'undici iniziale visto contro i friulani. Cambiano gli interpreti, ma non il risultato, dal momento che l'Inter si è imposta anche nella lontana Transnistria. Una dimostrazione, come scrive Tuttosport, di come la squadra abbia ormai fatto sue le idee tattiche dell'ex tecnico della Lazio.

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Cambiano gli interpreti, non l'Inter

"Come accaduto nella gara di domenica con l'Udinese, l'allenatore ha attinto a piene mani al turnover avendo la possibilità di contare su tutta la rosa. Rispetto a Empoli, erano stati ben sette i cambi nella gara contro i bianconeri friulani, mentre ieri Inzaghi ha spostato cinque pedine: una al centro della difesa (col ritorno di De Vrij per Ranocchia), uno in mezzo al campo (Vidal per Calhanoglu), uno in attacco (Martinez per Correa), mentre sugli esterni - ruolo alquanto logorante nel 3-5-2 - il turnover è stato totale, con Darmian e Dimarco in campo al posto di Dumfries e Perisic. Nonostante i cambi, la squadra dimostra di avere ormai mandato a memoria lo spartito, come certifica il dominio del primo tempo, spiegato anche nei numeri: 11 tiri a 1 e 69% di possesso palla contro 31".

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