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Samaden: “Inter, 7-8 Primavera con grandi prospettive. Quando hai uno come Chivu…”

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Il responsabile del Settore Giovanile dell'Inter, commenta la vittoria del decimo campionato della Primavera e parla della difficoltà dei giovani a imporsi in Serie A

Gianni Pampinella

Intervenuto nel canale YouTube di Gianluca Rossi, Roberto Samaden, responsabile del Settore Giovanile dell'Inter, commenta la vittoria del decimo campionato della Primavera. "È frutto di un lavoro che non è solo quello di quest'anno, ma di una filiera che è quella del Settore Giovanile. Il capitano della Primavera di quest'anno ha iniziato a giocare da noi quando aveva 5 anni, questo fa capire quanto il lavoro non sia solo di un anno. Ritornando a questa stagione, sorpresa sicuramente perché avevamo rifondato la squadra, eravamo ripartiti e perché dopo un ciclo importante non pensavamo di essere già pronti per fare risultato. Però quando lavori bene e quando hai un allenatore come Chivu, quella che può sembrare una sorpresa non lo è stata. Abbiamo avuto un mister che è stato bravo a far crescere i ragazzi, ad aver coraggio a fa giocare quelli più giovani. La Roma, come altre squadre, era più accreditate, ma alla fine con un po' di fortuna e tanta bravura e lavoro e tanto merito del mister, siamo riusciti a raggiungere un risultato importante".

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Perché non ci sono più i Bergomi, i Ferri? È mancanza di coraggio del calcio italiano?

"È uno dei punti cruciali che il calcio italiano e la Federazione deve affrontare. C'è un problema di sistema, i dati che oggi ci sono sull'utilizzo dei giovani in Serie A ci vede negli ultimi posti. Non è vero che perché le nostre squadre competono ad alto livello, in realtà è il sistema italiano che non è funzionale alla crescita dei giovani, soprattutto al passaggio dai settori giovanili alle prime squadre. Il progetto delle seconde squadre in Italia è partita qualche anno fa, ma oggi c'è una sola società che lo sta facendo, la Juventus. Ci sono problematiche legate ai club che vedono qualche club più club più piccolo facilitato a dare spazio ai ragazzi. C'è poi qualche club più grande che per determinati motivi in determinati momenti ha più facilità a farli giocare in prima squadra, poi quando giocano in prima squadra ci si accorge che sono in grado di farlo. Ogni Paese europeo ha un ponte che accompagna i ragazzi. Il nostro è un campionato difficilissimo, la rotazione degli allenatori è altissima. Ci sono tutta una serie di problematiche, poi ogni club ha la sua storia e i suoi momenti. Negli ultimi anni i nostri giovani magari hanno supportato il club e permesso al club di avere delle risorse dal punto di vista economico. Dobbiamo essere consapevoli che il lavoro del Settore Giovanile non è solamente come in passato orientato al passaggio in prima squadra dei giovani".

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Manca anche un po' di coraggio degli allenatori di Serie A?

"Forse in Italia molto è lasciato al coraggio degli allenatori e poco al sistema. Mi viene in mente Mihajlovic che è un allenatore in questi anni ha avuto grande coraggio, magari in contesti più semplici. In Italia molto è lasciato al momento contingente e la coraggio dell'allenatore. Noi abbiamo avuto allenatori che hanno avuto il coraggio di mettere in campo giovani. In Italia la fretta di dover ottenere il risultato e anche il fatto che gli allenatori sono giudicati sull'oggi, determina. Dimarco può essere un esempio calzante per il nostro calcio. I ragazzi magari è difficile che siano pronti a 18-19 anni, ma poi col percorso giusto arriva all'Inter a 22 e può essere considerato uno dei 24 titolari dell'Inter, Però ha avuto bisogno di fare i suoi passaggi consolidando le sue qualità e questo è un percorso che altri ragazzi potrebbero fare".

Nella rosa di chi ha vinto il Campionato, c'è qualcuno pronto per la prima squadra?

"Per la prima squadra dell'Inter sinceramente faccio fatica a pensare uno che sia pronto a giocare nella prima squadra. Stare nel gruppo della prima squadra assolutamente sì. Solo il campo e il tempo potrà dirlo. Secondo me ci sono 7-8 giocatori con prospettiva importante".

(Canale YouTube Gianluca Rossi)

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