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Serie A, bottino da 230 milioni col taglio stipendi? Tensione tra società e calciatori

I dettagli del possibile intervento sul Corriere dello Sport di oggi

Daniele Vitiello

Anche il mondo del calcio rischia di risentire seriamente del lungo stop imposto dal Coronavirus. Tra le possibili misure per provare a salvaguardare il sistema, che ogni anno versa circa 1 miliardo di euro nelle casse dello stato, c'è anche quella del taglio degli ingaggi ai calciatori. Possibile muro contro muro, spiega il Corriere dello Sport: "Ovviamente i calciatori non vorrebbero rinunciare allo stipendio, ma tra i presidenti c'è chi ha fatto i conti, facendo capire che così rischia di venir meno la stabilità delle aziende. Il Consiglio dei ministri di ieri ha deciso per la sospensione dei versamenti delle ritenute, dei contributi previdenziali e assistenziali fino al 31 maggio 2020 anche per le società professionistiche, ma la Serie A 2019/20 vanta investimenti in stipendi che toccano quota 1 miliardo e 360 milioni di euro (record storico). Trecento milioni li spende solo la Juventus che ha 11 calciatori nella top 20 dei più pagati, poi c’è l’Inter (145 milioni), la Roma (126), il Milan (113), il Napoli (106) e la Lazio (74)". 

Bastano pochi semplici calcoli per capire la portata dell'eventuale manovra: "Se togliessimo 2 mensilità a tutti i calciatori del campionato (marzo e aprile) - si legge sul Corriere dello Sport -, uscirebbe fuori un bottino da circa 230 milioni senza contare la Serie B e la Serie C". «Non credo sia obbligatorio chiedere ai calciatori di decurtarsi lo stipendio e non è giusto imporlo, ma rinunciare a qualcosa potrebbe essere un segnale di vicinanza per i tifosi e per i cittadini che soffrono», ha chiosato Marco Tardelli, candidato alla presidenza dell'associazione calciatori.