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Inter, il peccato originale di questa eliminazione e la missione di oggi per l’ambiente

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L’analisi dell’inviato di Fcinter1908.it a Madrid dopo l’eliminazione subita dai nerazzurri in Champions League contro l’Atletico Madrid
Daniele Vitiello Redattore/inviato 

Quando Dimarco col destro aveva piazzato la zampata giusta qualcuno avrà forse pensato che il peggio fosse passato. Il gol dello 0-1 era stato un po' come una secchiata di ghiaccio nel catino bollente del Civitas Metropolitano. Il popolo rojiblanco, chiamato all'ennesimo atto di fede in un periodo di risultati tutt'altro che esaltanti, non aveva gettato però la spugna. Ha continuato a spingere la squadra di Simeone verso la rimonta contro l'Inter. Così, dopo un giro scarso di lancette è arrivato, con la complicità di Pavard, il pari che ha inevitabilmente riaperto il confronto e riacceso le ambizioni avversarie. Il match è scivolato via sulla guerra di nervi e di insidiose folate che avrebbero potuto condurlo in un senso o nell'altro, finendo così per tenerlo aperto fino alla fine.

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Neanche la trincea a oltranza, varata da Inzaghi al 73', è riuscita a custodire intatto il sogno di approdare nuovamente tra le prime otto d'Europa. L'inserimento di Darmian e Acerbi per Dumfries e Bastoni è stato un chiaro segnale agli altri nove in campo, chiamati alla strenua resistenza, anche dettato da una contingenza che ha finito per pesare come un macigno: l'assenza di Carlos Augusto. Il vento ha soffiato nella direzione opposta alle speranze nerazzurre, finendo per trascinare il confronto oltre il 90' a causa del 2-1 siglato da Depay. Il resto è tutto in 30' giocati anche non così male dall'Inter, che tra i mille pregi non annovera però in cima il cinismo, e nei rigori gettati all'aria con l'impressione di non averci neanche provato veramente.


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Le speranze dell'Inter, per stessa ammissione di Inzaghi in conferenza stampa, si sono praticamente arenate al 120'. I nerazzurri avevano provato a gettare il cuore oltre l'ostacolo, senza però riuscirci, finendo con una formazione stravolta e anche per questo non pienamente credibile davanti alla prova finale. C’è delusione legittima, perché la sensazione che lascia questo doppio confronto è che, con un pizzico di cattiveria in più, anche all’andata, l’Inter avrebbe potuto evitare di lasciare alla lotteria dei rigori la decisione finale su questo confronto.

L’indomani è sicuramente cocente, per tale motivo, ma si eviti ad ogni costo di prestare il fianco a provocazioni ed eccessi di critiche che non sarebbero generosi nei confronti di una squadra che ha macinato risultati e annichilito avversari fino a ieri sera. Capita di perdere, come capita di sbagliare. Il tifoso sa che ora deve fare la sua parte, perché la stagione non è ancora finita e grosse soddisfazioni potrebbero molto presto spazzare via ogni delusione.

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