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D’Ambrosio: “Roma match più bello. Non ho rimpianti. Mancini mi disse: sarai…”

Danilo D’Ambrosio è il protagonista di Inter Nos, format di Inter Channel. Il giocatore nerazzurro si è raccontato al canale tematico dell’Inter.  Queste le sue parole:  Sono felice che oltre al lato calcistico, venga fuori anche...

Simona Castellano

Danilo D'Ambrosio è il protagonista di Inter Nos, format di Inter Channel. Il giocatore nerazzurro si è raccontato al canale tematico dell'Inter. 

Queste le sue parole: 

Sono felice che oltre al lato calcistico, venga fuori anche il mio lato umano che viene apprezzato. Grazie a tutti per i messaggi. 

-Rapporti con ex compagni?

Sento Brivio, spesso viene a Milano. 

-Valentino Rossi?

Per esprimere un giudizio bisogna essere competenti. Non è bello quanto è accaduto a Valentino, perché il mondiale è anche mesi e mesi di sacrificio. 

-Giocare di più anche per convincere il ct Conte?

La voglia di giocare c'è sempre, per me è importante mettere in difficoltà il mister e giocare a ottimi livelli come ho fatto contro la Roma. La chiamata del ct non può dipendere solo da me, io voglio il bene della squadra, se dovesse arrivare poi ben venga, è un sogno che ho fin da bambino. Il mister ha sempre detto che chiama giocatori che giocano nel proprio club. Se giochi e meriti il mister ti vede e potrebbe chiamarti. C'è carenza di terzini sinistri, ma comunque stanno facendo bene, è difficile entrare nel giro. 

-Esordio in maglia nerazzurra?

Con la Juve. Non meritava di perdere al 94esimo il Torino per due volte. Questo è il calcio, ma per i tifosi del Torino il derby è una partita a sé che non ha nulla a che vedere con le altre, sono felice che hanno vinto l'anno scorso, lo meritavano.

-Partita di domenica con il Torino?

Conosco il mister, i giocatori, conosco come preparano le partite. Ventura gioca un calcio particolare, molto tattico, nulla a che vedere con i risultati precedenti. Saranno affamati di vittoria, hanno voglia di vincere in casa, anche per rialzarsi. 

-Inter punto d'arrivo?

Sì, sono in un grande club, un club che ha vinto tanto, ma magari si può pensare che uno possa cullarsi, ma non è così, bisogna tirar fuori le unghie per meritare questa maglia.

-Ti piace l'Inter? 

Mi piace, sono voluto venire qui fortemente. A parte il Napoli che è la squadra della mia città, la mia squadra è stata sempre l'Inter. Simpatizzavo sia per l'Inter che per il Napoli. 

-Complimenti?

Apprezzo molto quelli alla persona. Molti mi dicono che nosi sente il distacco tra me calciatore e gli altri. Io mi sento un ragazzo normale, ho le stesse abitudini e gli stessi principi di 15 anni fa. Sono felice che venga apprezzato anche questo mio aspetto. 

-Juve Stabia e Rastelli?

Il mister ha sempre creduto in me. Io volevo andare via perché mi cercavano altre squadre. Iniziava la sua prima avventura da allenatore e mi disse che tante società interessate non avrebbero saputo valorizzarmi. Ho seguito i suoi consigli, sono migliorato tantissimo in fase difensiva. 

-Pensi al rinnovo con l'Inter?

Io vivo alla giornata. Penso a migliorarmi e nessuno mi ha mai regalato nulla, sono rogolgioso perché ho sempre raggiunto tutto con le mie forze. Se dovesse arrivare sarei molto contento e vorrebbe dire che l'ho meritato. 

-Partita più bella giocata?

Non voglio andare troppo indietro, ma per tanti motivi dico questa con la Roma. 

-Momento più alto della tua carriera?

Sicuramente a Torino, prima di arrivare all'Inter, quando c'era uno spiraglio per la Nazionale. L'ho vissuta fino all'Under 21. Ho giocato in C ed è difficile che lì vengono a chiamarti. Sono stato chiamato da mister Rocca dopo la finale persa Torino-Brescia per la promozione. Con Mazzarri, in Europa League, ho iniziato bene, segnando anche molto. Poi ho avuto degli infortuni e mi sono bloccato un po'. A Torino ho segnato un po' in più, su corner i punizioni andavo sempre a saltare. All'Inter con giocatori più alti si preferisce far andare a saltare loro. 

-Allenatori e lettura della partita?

Quelli bravi riescono a cambiare schema a partita in corso.

-Feeling con i compagni?

In campo a livello difensivo Miranda, è un grande giocatore, non mi aspettavo fosse così pronto all'inizio. Murillo si fa sentire di più, parla di più. Miranda ha più esperienza, è pacato e si fa sentire giocando. Medel invece legge molto bene il gioco, riesce a coprire i buchi, dietro o in mezzo al campo

-Giocare meno?

Non ho alcun rammarico e rimpianto. Le scelte vengono prese e vanno rispettate, poi possono essere condivise o meno. 

-Si respira aria diversa, cosa è cambiato?

Le vittorie aiutano ad allenarsi meglio, con il sorriso. La concentrazione va trovata e allenata, ogni giorno e in ogni allenamento. Non sia quando arriva il tuo momento, devi essere bravo a farti trovare pronto. E' difficile magari, ma se avessi sbagliato con la Roma la colpa sarebbe stata solo mia. Un vero professionista deve allenarsi pensando di dover scendere in ampo ogni domenica. 

-Consiglio a Montoya?

All'inizio ha avuto difficoltà, giocava con i migliori al mondo ed era tutto più semplice. Ora si è ambientato, non sbaglierà se il mister lo chiamerà in causa, merita. 

-Complimenti Bollini?

Ho iniziato a Salerno con il settore giovanile nella Salernitana. Poi con mio fratello siamo andati a Firenze, sono stato lì per due anni e mezzo, sei mesi con Bollini. E' stato il più severo, ma bravissimo. Ero all'inizio della storia con la mia ragazza, ci sentivamo spesso con il cellulare e lui mi richiamava perché sosteneva non fossi concentrato. Sono rimasto solo sei mesi l'ultimo anno e poi ho giocato a Potenza nel 2008 in Lega Pro. Un giovane ora viene trattato molto molto meglio.

-Fratello-gemello?

Mio fratello invece ha lasciato la Fiorentina sei mesi prima di me. Ha avuto diversi infortuni che hanno condizionato la sua carriera, ma ha esordito in serie B alla Triestina prima di me. Solo mia mamma non ci ha mai confusi, mio padre a volte sì. 

Il fratello, Dario: E' stato un bene giocare insieme, il distacco dalla famiglia lo vivi meno. Poi abbiamo preso strade diverse. Testimone al matrimonio? Sì sì. Abbiamo spostato l'allenamento al Siena per intervenire qui telefonicamente. 

-Look?

Cambio molto spesso. Cambio spesso taglio di capelli, per non essere monotono. Il capitano Zanetti invece è nato con quei capelli, dalla nascita. 

-Maicon?

Ha le caratteristiche che mi piacciono per quel ruolo. E' forte in fase offesniva, sa difendere anche. E' il mio idolo per come interpreta quel ruolo. 

-Turchia?

Nulla di concreto, penso solo alle cose reali. Sono orgoglioso di essere venuto all'Inter. Con l'arrivo di Mancini volevo subito rimettermi dall'infortunio, giocai con il Chievo e il mister poi mi disse che non gli interessava che ero fuori da tempo e che sarei entrato nel giro della Nazionale. Le sue parole mi hanno fatto piacere. 

-Parere sull'Inter?

Dobbiamo crescere, abbiamo margini di miglioramento enormi, possiamo crescere individualmente e a livello di squadra. Siamo sulla strada giusta, ma non ci montiamo la testa perché non abbiamo ancora vinto niente. 

-Dolci?

Sono golosissimo di dolci. I miei amici Accardi hanno una pasticceria a Palermo, mi hanno portato dei cannoli che sono buonissimi. 

-In forma?

Sì sì, mi sono preparato a lungo per questo momento, mi sono fatto trovare pronto e sono felice.