Il sentimento che Lautaro Martinez prova nei confronti dell’Inter - e che pare davvero autentico - ha il sapore di una cosa antica, quasi fuori tempo nel calcio di oggi nel quale tutto ruota attorno al denaro, a ingaggi monstre, a trasferimenti per cifre spaventose. Per questo continuiamo a pensare che, alla fine di una trattativa già lunghissima, il centravanti rinnovi il suo contratto con il club nerazzurro.
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Oaktree è qualcosa di diverso: trattandosi di un fondo d’investimento, è sì pronto a spendere per trattenere i propri asset principali (e quindi i giocatori migliori) ma non può e non vuole superare certi limiti. Il tetto stabilito per l’ingaggio di Lautaro è di dieci milioni netti a stagione, bonus inclusi, e i dirigenti operativi sono stati informati. I margini di trattativa sono risicati, quasi nulli. Basterà una proposta del genere a convincere l’argentino, che ne vuole due in più come base fissa? Lautaro è un professionista e, in quanto tale, ha il diritto di cercare di massimizzare i profitti derivanti dalla sua attività; è normale, dunque, che chieda la cifra che ritiene adeguata. Ma è anche un uomo che nell’Inter e a Milano è felicissimo e che - se decidesse di cambiare squadra - dovrebbe rimettere in gioco tutto quanto e costruirsi nuove certezze. Se Lautaro è quello che abbiamo visto non molti giorni fa in Gazzetta, se i lampi di felicità trasmessi dal suo sguardo non sono svaniti, allora sì, pensiamo che la sua storia all’Inter sia destinata a continuare a lungo.
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