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Acerbi, Inter infastidita prima e poi confortata dalle immagini. La linea…

Eva A. Provenzano Caporedattore 
Il confronto con la società è servito a chiarire la posizione del calciatore che non ha mai titubato sulla sua versione dei fatti

La sera di Inter-Napoli, le parole di Juan Jesus su un insulto razzista da parte di Acerbi ha posto tutta l'attenzione su un caso che è diventato di portata internazionale. Il giudice sportivo, dopo giorni di polemiche, illazioni, ipotesi, ha decretato che senza le prove certe il calciatore non può essere punito.

L'Inter attendeva la sentenza della Procura continuando a seguire la sua linea su quanto accaduto. Infastidita dalle dichiarazioni rilasciate dal calciatore all'arrivo a Milano in Stazione, la società aveva chiesto e ottenuto un confronto con lui. Il difensore ha comunque continuato a ribadire di non aver mai insultato nessuno. Soprattutto di non aver usato parole razziste contro l'avversario che nel frattempo era tornato ad accusarlo sui social. Acerbi ha continuato a portare avanti la sua versione dei fatti, sulla quale non ha mai titubato, neanche di fronte agli uomini della Procura e che ha portato, in assenza di prove, alla mancata punizione.

E il club nerazzurro è andata avanti sul profilo basso, come sottolinea La Gazzetta dello Sport: "Nel faccia a faccia delle ore successive con il giocatore Marotta e gli altri dirigenti, tra cui l’avvocato Angelo Capellini che poi lo ha affiancato nella video audizione della Procura federale, avevano insistito sul basso profilo e virato all’ottimismo anche dopo avere visionato tutte le immagini che confortavano la versione fornita dallo stesso Acerbi. Alla fine quindi rimane la soddisfazione per il verdetto di assoluzione, ma la società avrebbe fatto volentieri a meno di tutto questo clamore".



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