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Costacurta: “Milan? Contestazione ingenerosa. Mi aspettavo Ibra più incisivo. Per l’Inter…”

Costacurta Inter Onana
Intervistato dalla Gazzetta dello Sport, l'ex difensore ha parlato della stagione altalenante del Milan
Gianni Pampinella Redattore 

Intervistato dalla Gazzetta dello Sport, Alessandro Costacurta ha parlato della stagione altalenante del Milan. L'ex difensore ritiene ingenerosa la contestazione dei tifosi a San Siro. "Il secondo posto, dietro a una squadra che ha corso così veloce come l’Inter, resta un buon risultato. Si è messo dietro l’Atalanta, la nuova Roma, la Juve. Una certezza che deve far rialzare la testa".

L’ultimo derby ha mostrato un’Inter troppo più forte?

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«La vera debolezza l’ho vista nella doppia sfida con la Roma. Nelle due partite d’Europa sono rimasto stupito dall’atteggiamento della squadra, poco cosciente di quello che andava a giocarsi e cioè la possibilità di cambiare la stagione. E allora mi viene il sospetto che tra squadra e allenatore sia successo qualcosa che ha fatto precipitare il rapporto. I risultati lo dimostrerebbero: prima di quelle partite il Milan ne aveva vinte sette consecutive, dopo lo ha fatto solo contro il Cagliari. Prima e dopo lo spirito era diverso, qualcosa deve essersi rotto».


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Soluzioni per il post Pioli?

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«Prenderei un italiano bravo, con esperienza internazionale. In pratica uno tra Conte e De Zerbi. Su Conte poco da aggiungere, su De Zerbi la penso diversamente da Capello. Hanno entrambi personalità e cattiveria, trasferiscono le loro idee e il loro spirito. Mi piacciono gli allenatori così, per questo non sono contrario a Conceiçao. Lopetegui invece non le vedevo benissimo dentro lo spogliatoio. Mi piacciono allenatori così, con qualità di gioco e un carattere tosto, come era lo stesso Capello: quando si arrabbiava volavano calci alle borse».

La protesta resta più indirizzata verso il club: un invito a costruire una squadra sempre più ambiziosa. Richiesta lecita?

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«Sono una persona paziente, credo ci voglia tempo per capire le reali intenzioni. Per certi versi il silenzio può essere una strategia: non comunicano il nuovo allenatore per paura di perderlo. O come quando dicono che le decisioni vengono prese insieme: sì, ma alla fine chi comanda davvero? Allo stesso tempo non credo si debba a necessariamente dire tutto, ma dare del pirla a Cardinale è crudele. Basta vedere la sua storia, come nasce e cosa è diventato. Davanti a lui giù il cappello e complimenti, poi si inizia a parlare».

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A proposito di attese, quanti acquisti è giusto aspettarsi per correre a riprendere l’Inter?

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«Uno per reparto credo possa andar bene, anche se sulla carta le squadre non hanno mai vinto niente. C’è la prova del campo e l’anno prossimo potrà essere diverso».

Per il Milan?

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«Più per l’Inter. È sempre difficile ripetere un percorso strepitoso, le motivazioni potrebbero non essere le stesse. E se quest’anno hanno messo in secondo piano la Champions, e potevano crederci di più, l’anno prossimo dovranno farsi valere in Europa. In più avranno il Mondiale per club: con tanti impegni la stagione si complica».

In conclusione, si aspettava qualche segnale in più da Ibra?

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«Poteva essere più incisivo o emergere un po’ di più. Ma quello che succede nello spogliatoio non è detto che si sappia tutto… e per quello che so in un paio di occasioni si è fatto sentire eccome. In tv ho ascoltato spesso parlare le seconde linee e mai giocatori di personalità come Maignan o Leao. Lo stesso Zlatan poteva spingerli a prendersi le loro responsabilità in pubblico. O presentarsi lui stesso: e si sa che quando parla Ibra non escono mai cose banali…».

(Gazzetta dello Sport)

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