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De Vrij e la passione per la musica: “Io, Bastoni e Skriniar come una band. E Lukaku…”

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Intervenuto ai microfoni de La Gazzetta dello Sport, Stefan De Vrij ha raccontato la sua passione per la musica

Matteo Pifferi

Intervenuto ai microfoni de La Gazzetta dello Sport, Stefan De Vrij ha raccontato la sua passione per la musica.

De Vrij, come nasce la collaborazione con i Keemosabe?

«Nasce da un amico comune: io e lui abbiamo sempre parlato di musica e della mia passione per il pianoforte. Una volta mi ha raccontato di questo gruppo emergente che non conoscevo. Poi mi ha proposto di incontrare i tre ragazzi della band: quando ho sentito il brano “Hey Brother” mi è piaciuto subito, ed eccomi qua».

Più difficile stare su un palcoscenico o in un San Siro pieno?

«Devo essere sincero? Quando ho suonato con loro ero nervoso, anzi nervosissimo, perché non sono abituato a certe situazioni! Dentro a uno stadio, invece, mi sento sempre a mio agio, in fondo vivo per quelle emozioni, ma sul palco è tutta un’altra emozione».

È un pianista classico, ma quali sono i suoi gusti musicali in generale?

«Mi piace la musica tutta, è una passione di famiglia. Ho sempre visto tanti concerti e ascolto generi diversi. Ad esempio, sono cresciuto con il rock e, anche grazie alla passione per questo genere, è nata questa collaborazione. Ma mi piacciono molto anche l’Hip Hop e l’R&B. Se devo fare dei nomi di gruppi, dico i Django Django e l’australiano Tame Impala, oltre ovviamente ai Keemosabe. E per quanto riguarda i pianisti, mi sono appassionato a Ludovico Einaudi: per me lui è il numero uno».

Quando ha deciso di iniziare a suonare?

«Mi ha sempre attirato, ma non ho mai pensato di suonarlo. Poi, un giorno, ho visto un mio compagno in Nazionale, Aké del Manchester City, che suonava. Mi sono incuriosito e ho pensato: “Adesso ci provo anche io...”. Usando un po’ di applicazioni musicali sull’iPad sono migliorato tantissimo: è servito impegno e disciplina, studiavo un’ora ogni giorno. Recentemente ho visto una tastiera in un negozio e l’ho comprata così ho potuto suonare anche in vacanza».

Ma sta già costruendo una carriera dopo il calcio?

«La musica è una passione, ma non posso certo parlare di un sogno per il futuro. Questa collaborazione è arrivata inaspettata e adesso mi godo il momento, ma non penso adesso a una successiva carriera musicale...».

Il suo maestro di piano è più un tipo alla Conte o alla Inzaghi?

«Non ho mai preso lezioni private ancora, quindi niente maestro. Ma mi piacerebbe farlo quando torno a Milano».

Ha mai parlato di musica con dj Romelu, l’altro esperto dello spogliatoio?

«Con Romelu parliamo e ascoltiamo spesso la stessa musica, soprattutto R&B olandese, direi che siamo “sintonizzati” anche in questo (ride, ndr)».

Se potesse mettersi al piano e dedicare una canzone al tecnico che conosce bene e ora ritrova a Milano?

«Una canzone in particolare per Simone Inzaghi non ce l’ho, magari in questi mesi mi viene l’ispirazione per un nuovo brano. Sperando sempre di poterci togliere insieme delle soddisfazioni anche in questa stagione».

E che sinfonia siete lei, Bastoni e Skriniar, il muro dell’Inter campione di Italia?

«Di certo abbiamo dimostrato di essere in sintonia sul campo come una vera band. Proprio come i Keemosabe sul palco».

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