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Il figlio di Amadeus: “Mi chiamo José in onore di Mourinho. Gioco nell’Inter e sogno di…”

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Intervistato da Vanity Fair, il figlio di Amadeus parla delle sue passioni spaziando dalla musica al calcio
Gianni Pampinella Redattore 

Intervistato da Vanity Fair, il figlio di Amadeus, José Bastianini, ha raccontato quali sono le sue passioni. Dalla musica al calcio, il figlio del noto conduttore si racconta a tutto campo. "Prima vengono lo studio, il calcio e gli amici, poi i social: nel tempo libero mi diverto usandoli. Per esempio, su TikTok ho creato un format sulla musica, Talking with José, proprio perché ne sono un vero appassionato".

Quali generi preferisce?

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«Sicuramente rap e trap. Il mio preferito è Lazza, ma adoro anche Anna Pepe, Marracash e Geolier».

Qual è il suo sogno? Come si vede fra 10 anni?

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«Su un campo da calcio, in uno stadio bellissimo, con un sacco di gente che tifa per me e anche contro di me, perché questo è lo spirito dello sport. Gioco nell’Inter come portiere, e il mio sogno è quello di dedicare la mia vita al calcio».


Un destino scritto nel nome, dal momento che si chiama come José Mourinho.

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«Mi chiamo così proprio in suo onore. Quando mia mamma era incinta, era in aereo con papà e, davanti a loro, era seduto proprio Mourinho. Mio padre, da fan sfegatato, si è alzato, è andato a salutarlo e a fargli i complimenti, poi è tornato da mamma e le ha detto solennemente: “Nostro figlio si chiamerà come lui”. Lei, all’inizio, non era tanto d’accordo, ma papà è riuscito a convincerla».

Il mondo dello spettacolo, quello dei suoi genitori, le piace?

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«Sì, anche se il mio primo sogno è quello di diventare calciatore. Se non avessi la fortuna di riuscire nello sport, mi piacerebbe lavorare nella musica, ma dietro le quinte. Riesco a distinguere un bel brano».

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Com’è Amadeus nelle vesti di papà?

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«Sicuramente grazie a lui ho avuto l’occasione di vivere situazioni bellissime, come Sanremo, ma per me lui è un papà normalissimo, come tutti gli altri. Mi sostiene e io sostengo lui: abbiamo un bellissimo rapporto».

È severo?

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«Lo è più la mamma, soprattutto nello studio è molto esigente. Ha messo in secondo piano la sua carriera proprio per stare accanto a me, e le sono molto grato. Entrambi, comunque, sono i classici genitori moderni, aperti e disponibili al dialogo».

A chi si ispira di più?

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«Papà sa farsi scivolare le cose di dosso, è molto forte e ha un carattere deciso. Da lui cerco di imparare tutto questo. Da mia mamma, donna solare e comunicativa, credo di aver ereditato la simpatia e il sorriso».

Alle critiche online, per essere «figlio di», come reagisce?

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«Dopo Sanremo mi sono stati indirizzati contro sfottò piuttosto pesanti. Io il bullismo non lo sopporto: non riesco a capire come si possano prendere di mira altre persone. Quando l’ho subìto, comunque, ho reagito molto in fretta. Quando ero più piccolo, mi è servito molto parlarne con mia mamma. Recentemente, invece, ho adottato un’altra strategia: cambio strada, non rispondo e non reagisco agli attacchi. Funziona».

(Vanity Fair)

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