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Garlando: “L’Inter ha più potenza e individualità del Milan. Scudetto a 7? Conte e Pioli…”

Matteo Pifferi

Intervenuto sulla Gazzetta dello Sport, Luigi Garlando ha commentato così il testa a testa tra Milan e Inter per il titolo di campione d'inverno

Intervenuto sulle colonne de La Gazzetta dello Sport, il giornalista Luigi Garlando ha commentato così il testa a testa tra Milan e Inter per il titolo di campione d'inverno:

"Oggi, alla stessa ora, Milan e Inter sfrecceranno sotto lo striscione di metà corsa, martedì si sfideranno sullo stesso campo in Coppa Italia. Le quattro giornate di Milano. Quelle storiche, si sa, erano cinque, ma in periodo di crisi tutto si comprime. Quattro giornate molto importanti, anche se il traguardo del 23 maggio è lontanissimo, perché nei rapporti di forza del campionato non conta solo la classifica, ma anche le sensazioni, i messaggi spediti e ricevuti, episodi apparentemente insignificanti che invece accrescono l’autostima o lasciano granelli d’incertezza che, nel tempo, guastano il meccanismo".

CONTE- "Antonio Conte ieri ha scelto lo slogan giusto: "Con l’Udinese come con la Juve". Lo sforzo della sua vigilia è stato quello di intercettare il possibile down emozionale dopo la vittoria trionfale sui bianconeri. Contro la tiranna dei 9 scudetti il furore su ogni seconda palla è sgorgato spontaneo. Era l’orgoglio di dimostrarsi all’altezza. Più difficile imporselo per combattere nella palude del coccodrillo, per calarsi cioè nella partita 'sporca' che vorrà imporgli l’Udinese di un Gotti in bilico, come ha fatto con l’Atalanta: linee compatte dietro in attesa di ripartire, corpo a corpo feroci, gioco spezzettato ad arte. Ma sono questi gli step di crescita, in prospettiva scudetto, che attendono l’Inter: imporre la propria potenza, la propria fisicità anche quando Barellae Lukaku non trovano spazi ampi da cavalcare e dare continuità a risultati e prestazioni".

CRESCITA - "Conte spiega che: "Il campionato vale più di tutto". Come dire che il pensiero del Milan non merita turnover. Udine conta di più. Comprensibile. Ma sa benissimo anche lui che il derby di martedì avrà ricadute sulla corsa al titolo. Guardare in faccia il rivale, stenderlo e cacciarlo fuori dalla competizione significa mettersi in corpo ulteriore fiducia e avere la gamba ancora più forte al momento dello sprint. Era dal 2002-03 che le milanesi non si giocavano il mezzo scudetto. Chi delle due è più favorita per lo scudetto intero? Impossibile dirlo ora. Milan e Inter sono diverse e in molti aspetti si compensano: l’entusiasmo trascinante del giovane Milan e la maggior esperienza dell’Inter; Pioli ha un gioco più fluido e di qualità, Conte esprime più potenza e individualità, gli acquisti di Mandzukic e Tomori, già in panca stasera, riducono le distanze dall’organico nerazzurro, più attrezzato".

ALLENATORI - "A decidere, in tanto equilibrio, sarà l’abilità dei due tecnici di sviluppare i margini di miglioramento e dare continuità alla corsa. Pioli, per esempio, dovrà essere bravo a conservare la magia in atto. Il Milan finora ha viaggiato allegro, come una scolaresca in gita, cantando "Pioli on fire". Ragazzi come Hauge, Diaz, Saelemaekers hanno dato molto più del dovuto perché si sono sentiti protagonisti del progetto. Sul pullman è salito il ripetente Mandzukic, che è andato a sedersi in fondo con Ibra e Rebic. Porta ulteriore forza, personalità, coraggio, certo, ma i ragazzi non rischiano di finire ai margini della banda -ic? Si sentiranno ancora protagonisti? Gli equilibri di uno spogliatoio sono bolle di sapone. Conte invece dovrà essere bravo a tener viva quella sensazione di dominio che l’Inter ha derivato dalla schiacciante vittoria sulla Juve . Tutto è aperto, liquido. Ieri sia Pioli che Conte hanno parlato di "scudetto per sette squadre". Troppe. Mani avanti. Dopo le quattro giornate di Milano, sapremo qualcosa in più".