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La Stampa: “Un anno di Conte: non ha inciso come sa. Voleva dare equilibrio all’Inter, ma…”

Il giornale torinese parla del lavoro dell'allenatore nerazzurro a otto gare dalla fine del campionato e dopo un anno dal suo arrivo

Eva A. Provenzano

Antonio Conte è  da un anno l'allenatore dell'Inter. È stato presentato ufficialmente il 7 luglio ai tifosi nerazzurri. E La Stampa sottolinea: "È il primo anno di Antonio Conte alla guida dell’Inter, ex acerrima rivale di un simbolo della Juventus". Ma non è ancora tempo di fare bilanci perché mancano otto partite alla fine della Serie A e manca ancora l'Europa League, si giocherà ad agosto. Intanto sono state colmate le distanze con i bianconeri, o almeno sono state dimezzate. "Dopo 29 turni negli scorsi tornei i punti in meno erano 18, 19 e 25. L’Inter, però, resta lontana dallo

scudetto e, con l’Atalanta scatenata, vede minacciato il suo 3° posto almeno quanto possa insidiare il 2° laziale. Le eliminazioni in Champions e in Coppa Italia, poi, non sono dettagli".

Suning chiede di ricominciare a vincere, la stagione era partita benissimo: "A lungo in testa nell’andata con difesa solida, corsa e aggressività, come d’abitudine nelle sue squadre. Puntava a ripetere i capolavori riusciti al primo colpo con Juve e Chelsea: prese in posizioni di rincalzo e portate subito al top. Voleva dare stabilità

ed equilibrio alla «pazza» Inter, ma presto sono ricominciati i ribaltoni. Attivi e passivi. Colpa dei troppi infortuni,

certo. Ma anche di un organico con molti buonissimi giocatori ma senza talenti assoluti, capaci di decidere", si legge.

L'allenatore nerazzurro già dopo Dortmund aveva detto la sua sul mercato e sui giocatori. Poi ha attaccato chi vede sempre il bicchiere mezzo vuoto e ha chiesto di prendersela con lui. La sua Inter è riuscita a regalare spezzoni importanti come in Champions ma poi ha perso gli scontri diretti con Juve e Lazio.

E il quotidiano torinese scrive: "La sua Inter ha regalato qualche spezzone esaltante ma ha perso gli scontri diretti e ha dimostrato identità ballerina, poca personalità. Aveva detto di non essere lui il top player all'arrivo. Eppure è suo lo stipendio più alto. Se la stagione di un allenatore si misura con i risultati ma anche con i miglioramenti dei giocatori, nell’Inter non è ancora riuscito a incidere come sa".

Per la Stampa Conte "non ha grandi meriti su Handanovic e de Vrij che sono stati i più continui. Ha fatto rinascere Candreva, lanciato Bastoni. Ma Eriksen resta un'incognita e Barella non è cresciuto come si sperava".

(Fonte: La Stampa, 5-7-2020)

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