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Sconcerti: “Barella emblema delle difficoltà. Eriksen? Non è il caso di dargli importanza”

Getty Images

L'analisi di Mario Sconcerti

Fabio Alampi

Mario Sconcerti, nel suo editoriale per il Corriere dello Sport, ha analizzato il pareggio a reti bianche dell'Inter sul campo dello Shakhtar Donetsk: "È sempre un'Inter lenta. Non ci sono i presupposti perché sia più veloce. Vidal

è un aggressivo lineare, ma ha bisogno di pensare. Brozovic a maggior ragione, non essendo nemmeno aggressivo. Barella gioca trequartista non perché ne abbia le caratteristiche tecniche, ma perché può correre in riparo e costruzione di tutto. Quando una squadra ha bisogno di un ruolo di pronto soccorso in mezzo significa che ha piccole carenze dovunque.

L'Inter poteva vincere, ma è mancata ancora nella qualità del gioco. Anche Hakimi non è decisivo, forse parte da troppo vicino all'area degli altri, ha due linee di giocatori da passare in poco spazio. Meglio Young stavolta, più di mestiere. Lukaku ha lasciato su una straordinaria traversa il suo peso sulla partita. L'Inter ha attaccanti di livello mondiale che devono però giocare dentro i resti che lascia un centrocampo macchinoso. Manca Eriksen, si direbbe, ma non è più il caso di dare al giocatore questa importanza.

Lo zero a zero è peraltro un risultato dimenticato, non esiste più, oggi è il tempo dei gol da distrazione. Per struttura e qualità media, l'Inter è forse la squadra che soffre di più il ritmo del calcio nel tempo del virus. Un calcio soffocato, responsabile, quasi accademico, felpato. L'Inter avrebbe bisogno di guerre che non trova sul campo. Il suo limite è adeguarsi a questo calcio. È questo che sta mettendo in difficoltà Conte, la sua diversità agonistica lo ha portato improvvisamente fuori dal tempo".

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