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"Esiste da sempre un filo rosso che unisce Diego Milito e Lautaro Martinez, non fosse altro perché entrambi, prima di diventare icone dell’interismo, sono stati idoli al Racing Club de Avellaneda. Lì i due si sono conosciuti: uno era ancora un prototipo ancora da perfezionare per arrivare all’attaccante totale che è oggi, l’altro l’uomo del Triplete nonché suo direttore tecnico. Non si fa peccato a sottolineare che il loro incontro sia stato una benedizione per l’Inter, considerato che il sorpasso sull’Atletico Madrid nell’ambito della trattativa che lo ha portato a sbarcare nel calcio europeo è stato proprio favorito dalla benedizione del Principe". Apre così l'articolo di Tuttosport in merito al confronto tra Milito e Lautaro, quest'ultimo sempre più decisivo e determinante non solo in zona gol.
Milito concluse la prima stagione all'Inter, quella del Triplete, con 30 gol in 52 partite, Lautaro ora è a quota 20 (18 in campionato, 2 in Champions) in appena 25 partite giocate. "Ma, al di là dei numeri, che sono comunque importanti, riempie gli occhi dei tifosi - non solo quelli interisti - il profilo d’altri tempi di Lautaro che a Monza, a fine partita, prima di festeggiare la vittoria con i tifosi nerazzurri sotto il settore ospiti, è andato a dare una carezza a Sorrentino, portiere avversario, che aveva cinque gol sul groppone. Anche questo piccolo particolare fa di Lautaro un giocatore che per serietà, lucidità nelle pubbliche dichiarazioni e impegno, in tutto e per tutto ricorda le grandi icone del calcio che fu, da Javier Zanetti, fino a Paolo Maldini, passando per Alex Del Piero e Francesco Totti", chiosa Tuttosport.