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Bucciantini: “Lukaku riscrive la partitura dell’Inter: la sua assenza ha tolto effetto ed emozione”

Alessandro De Felice

L'analisi del noto giornalista sulle colonne de' La Gazzetta dello Sport

Marco Bucciantini ha parlato dell'attaccante dell'Inter Romelu Lukaku sulle colonne de' La Gazzetta dello Sport in un editoriale all'interno della rubrica 'L'Uomo del Giorno':

"Adesso anche l’Inter ritroverà la sua montagna, la sua interezza di ambizioni e di valori. Succede spesso che l’importanza di un giocatore, e di qualsiasi cosa o persona, si misuri nella mancanza: è successo. L’assenza di Romelu Lukaku ha tolto all’Inter effetto ed emozione. Il suo senso del campo e degli altri, la sua fatica, il vantaggio delle geometrie semplici, degli spazi incolmabili che seguono i suoi duelli vinti: lo sanno i compagni, che ne approfittano, lo sanno i difensori che si disperano.

Una squadra forte può attendere il tempo, la partita, che l’arroganza del talento inclini la sorte, che la profondità dei cambi divarichi le energie e i meriti. Ma non è così che si deposita la forza vera. Lukaku infatti non aspetta la partita: la cerca, la prende, la fa. Per sé, per tutti. Rivendica e rigenera continuamente il suo ruolo faticando, e così incontra l’allenatore, lo rasserena e perfino ne rischiara le idee. Altri campioni vivono al lato del conflitto, sanno nascondersi nell’ombra e diventare saette scaricate dalle nubi. Lui vive nel fuoco. Parla ai tifosi perché sa interpretarne il bisogno e sa dargli speranza. È altruista nel senso più puro, non evidente. Non si tratta solo di dare agli altri: li aiuta a fare ciò che fanno meglio, e toglie loro il pensiero della mischia, il fastidio del tempo: non è una cassetta di sicurezza, chi ha creduto che il suo lavoro si limitasse alla protezione della palla, per far salire la squadra, lo ha collocato in un immaginario banale e insignificante per le necessità attuali. È piuttosto l’inizio di una manovra che chiede solo un po’ di coraggio e gittata al primo passaggio: poi farà lui, orientando l’azione, muovendosi, associandosi con quelli che ne seguiranno le intenzioni. Con un totale e perfetto senso del campo, riscrivendo la partitura per tutti: ma è una musica diretta verso la porta. E si sente, è presenza, è essere.

L’inter con Lukaku è nella partita con più carne e più cuore e solo così le squadre di Conte trovano logica, le forzature si appianano, le pareti ottuse si aprono. Il centravanti offre qualcosa di valido, che semplifica la ricerca infinità della verità, una pretesa inappagabile che tocca in sorte alle squadre con un destino solo: la vittoria. Lukaku risolve molto, intorno a lui corteggiatori di aggettivi si compiacciono dei desideri, a Lukaku serve il possesso, deve avere. Non professa una diversità, cerca una potente semplicità dentro quel soggetto ineffabile che è lo svolgersi del match, che lui rende definibile con la sua lotta caparbia e senza domani, come se sapesse che il debito prima o poi verrà pagato, da qualche compagno o dalla vittoria. Cambia l’aria, e trema di emozione e possibilità, quando c’è Lukaku".