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Nespoli: “Stimo Handanovic, una certezza per l’Inter. Inzaghi o Conte? Dico Mou”

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Mauro Nespoli, arciere in forza all’Aeronautica Militare, ha rilasciato un'intervista a Tuttosport parlando di Inter

Matteo Pifferi

Mauro Nespoli, arciere in forza all’Aeronautica Militare, ha parlato così a Tuttosport di Inter:

«Mi piacciono i calci piazzati per l’affinità con il mio sport. Non si tratta di tirare forte e basta. Se vuoi essere determinante bisogna prendere decisioni veloci, calcolare traiettoria, potenza, disturbo dato dagli avversari. Se è come per il tiro con l’arco, non basta il talento. Ci vogliono intelligenza e allenamento. Poter contare su giocatori di tale livello, garantisce un numero maggiore di opzioni per segnare e vincere».

Quando lei scocca una freccia, è come quando un calciatore batte un piazzato. Come si trova la giusta concentrazione?

«Personalmente ripercorro mentalmente tutte le frecce tirate nella mia carriera. Sono compartimentate nella mia testa per tecnica utilizzata, condizioni esterne e risultato ottenuto. Quando sono sulla linea di tiro ho varie opzioni tra cui scegliere. Avere un bagaglio di esperienze così ampio “costringe” a prendere una decisione e imbriglia la mente in uno stato di giusta concentrazione. Il fatto stesso di essere io a decidere alleggerisce la tensione del momento».

Un discorso simile vale anche per la precisione. Per pochi centimetri tutto cambia. Come si affina la tecnica?

«Solamente provando, sbagliando, analizzando e riprovando nuovamente. E quando raggiungi l’obiettivo che ti eri prefissato alzi ancora l’asticella. E ricominci. Non conosco altri modi».

Lei deve centrare un obiettivo. Il calciatore segnare una punizione.

«Per essere ribaltabile ai calci piazzati, potremmo dire che se non si sbaglia, la palla andrà dove si è deciso di tirarla. Ma l’eventuale gol dipende dall’abilità del portiere».

Chi è il suo giocatore preferito dell’Inter attuale?

«Ho grande stima per Handanovic, una colonna della squadra. Non è un caso che sia da tempo il capitano: una certezza in porta, di quelli che infonde tranquillità ai compagni».

Lei ha dichiarato di sentirsi come la sua Inter: poche vittorie, ma tutte di cuore. In realtà ha (avete) conquistato trionfi memorabili.

«Confermo. Non si può dire che i risultati arrivino in maniera continuativa e questo fa soffrire i tifosi, sia quelli interisti, che i miei (purtroppo molto meno numerosi). Quando riusciamo a entrare in partita però siamo emozionanti, come se le sconfitte ci dessero una marcia in più».

Si sente un po’ Robin Hood? E i nerazzurri a chi li paragonerebbe?

«Le motivazioni di Robin Hood erano sicuramente più nobili rispetto alle mie. Io cerco solo di essere la versione migliore di me stesso. Per quanto riguarda l’Inter non è semplice. Da assiduo lettore di Topolino quando ero ragazzo, potrei sbilanciarmi con Paperoga, il cugino di Paperino. Come riporta wikipedia, lui è geniale al punto da sembrare strambo, uno che ne combina di tutti i colori. Non è un caso se si chiama “Pazza Inter”. Spero non se la prenda nessuno!».

Dove arrivano quest'anno i nerazzurri in Serie A?

«Sono un tifoso e fino a che la matematica non dirà il contrario continuerò a credere nella vittoria».

E in Champions League?

«Idem come sopra, ma un po’ meno convinto. Può andare bene come risposta?».

In panchina meglio Inzaghi o Conte?

«Rispondo Mourinho. Triplete a parte, mi è sempre piaciuto e ho continuato a seguirlo anche all’estero. Sono contento sia tornato in Italia, seppure alla Roma».

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