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Sconcerti: “Inter, bisogna capire la malattia: si rendono banali i giocatori che tocchi”

Francesco Parrone

L'analisi del giornalista Sconcerti nell'edizione odierna del Corriere della Sera

Il noto giornalista Mario Sconcerti, dalle colonne del Corriere della Sera, analizza la situazione delicata dell' Inter dopo l'ennesimo flop in campionato: "C’è un modo per riaccomodare l’Inter? Forse sì, ma prima si dovrebbe capire la malattia. Sono ormai molti anni che l’Inter è così. Per esempio, si dice ancora che il problema è a centrocampo. Ma l’Inter negli ultimi due anni, da settembre a settembre, ha avuto undici centrocampisti diversi per tre ruoli e sei mercati. Alla quarta giornata di due anni fa, partita contro la Juve, giocavano ancora Medel e Felipe Melo, Joao Mario. Non è un problema di giocatori, l’Inter è come la Nazionale, rende banali i giocatori che tocca. Come si toglie questa mancanza d’aria, questo senso di non ritorno? Credo con molto buon senso, non c’è una soluzione sola. Punto primo, serve continuità da parte di Spalletti, scelte non coraggiose ma logiche, il coraggio viene dopo. Keita al posto di Icardi è un errore. Ma lo è anche un Icardi così, stretto in un monolocale di campo, lento e prigioniero.

È un errore un’Inter piena di vuoti sul terreno, sempre spazi per gli altri, sempre dentro una manovra senza ritmo, prevedibile. L’Inter deve prima di tutto alzare la corsa, giocare svelta, è quello che porta avanti la differenza, altrimenti sei come gli altri. Brozovic e Gagliardini sono una buona coppia, per quello che c’è merita insisterci, ma devono fare triangolo con Nainggolan, linee diverse, altrimenti è una manovra inutile, comune. Perisic deve anticipare il cross. Dribbla spesso ma mette in area palloni in ritardo che prendono in contropiede i suoi. Devono essere colmati soprattutto due vuoti: quello del trequartista (Nainggolan) e quello del centravanti (Icardi). Se cumulati, fanno decine e decine di metri quadri che si sommano e restano senza senso. Nainggolan non pensa, non gioca al ritmo di Brozovic e Gagliardini, ha bisogno di un ritmo più alto. La lentezza degli altri lo toglie dal gioco e lo schiaccia sugli attaccanti. Così si riapre lo spazio del male, quei venti metri per venti che da Brozovic portano piano piano a Icardi. Non sono abitati da nessuno. È lì che serve cambiare passo, che può nascere l’Inter. È questo che può portare risultati. E senza risultati non ci sarà mai personalità".

(Fonte: Corriere della Sera 16/09/18)