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Da Conte ci si aspetta altro: l’Inter deve chiudere, non gestire le partite. E dietro c’è un problema

Andrea Della Sala

L'Inter esce dall'Olimpico con la sensazione di aver buttato via due punti dopo aver ripreso la gara nel secondo tempo

Dopo la sconfitta con la Sampdoria, l'Inter pareggia all'Olimpico con la Roma. I nerazzurri escono dal campo con l'amaro in bocca; dopo essere andati in svantaggio per un gol di Pellegrini, ma con parecchie occasioni buttate al vento, nella seconda frazione la squadra di Conte ribalta la gara con le reti di Skriniar e Hakimi. Poi l'improvviso calo nei minuti finali, la Roma prende coraggio e trova il pareggio. Lasciando all'Inter la sensazione di aver buttato due punti. 

CAMBI - Punti che pesano. L'inizio di primo tempo dei nerazzurri grida vendetta, tante occasioni create, squadra padrona del campo che non trova il colpo del ko. Le partite vanno chiuse, soprattutto se non si sa gestirle. Perché è un dato di fatto che quando l'Inter vuole provare a controllare il risultato e addormentare la partita, abbassa il baricentro e fa prendere campo agli avversari. C'è da dire che le scelte di Conte oggi non hanno aiutato. Se gli accorgimenti tattici nell'intervallo hanno dato forza e vigore alla manovra dell'Inter, le scelte di inserire Perisic e Kolarov per Lautaro e Hakimi non hanno pagato.

Scelte difensiviste, fatte troppo presto che hanno dato campo e coraggio alla Roma. È stato il tecnico a spiegare più volte che questa Inter deve correre sempre forte, perché quando rallenta viene colpita. Perché cambiare quando le cose vanno bene? Perché proteggere il risultato? Da Conte tutti ci aspettiamo ben altro coraggio e personalità, ma forse il tecnico sta subendo il colpo della chiusura del mercato. E su questo argomento come dargli torto? Non si può arrivare a fine stagione con due attaccanti più Sanchez, spesso out per infortunio. E per fortuna che Hakimi è arrivato ad aprile... Il marocchino sta diventando sempre più un punto di forza e un elemento decisivo nell'Inter. 

DIFESA - È evidente che la retroguardia dell'Inter non sia un bunker a cui è difficile accedere. L'inizio stagionale era stato da brividi con 7 reti subite in 4 partite. Poi Conte sembrava aver trovato l'assetto giusto con la linea a tre composta da Skriniar, De Vrij e Bastoni, ma nelle ultime uscite è riaffiorato il problema. Otto reti subite nelle ultime 5 gare, 6 nelle ultime 3. Insomma, non proprio un fortino. E va rivista tutta la fase difensiva, senza addossare tutte le colpe sui tre centrali. E nella riflessione deve per forza rientrare anche Samir Handanovic. Il capitano dell'Inter non sembra garantire la solita sicurezza e i dati parlano chiaro: l'estremo difensore nerazzurro è al diciottesimo posto (sulle 20 squadre di Serie A) per numero di parate (41). Qualcosa da rivedere nelle retroguardia nerazzurra sicuramente c'è, nessuno escluso.