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“Non protesta, gol regolare!”: l’ultimo assurdo teatrino. E il fallo su Lautaro? Bocche cucite

“Non protesta, gol regolare!”: l’ultimo assurdo teatrino. E il fallo su Lautaro? Bocche cucite - immagine 1

Il nuovo scandalo è servito. Ne sentivamo quasi la mancanza (si scherza). Un nuovo appunto in favore dagli avvelenatori calcistici

Marco Macca

Il nuovo scandalo è servito. Ne sentivamo quasi la mancanza (si scherza). Un nuovo appunto in favore dagli avvelenatori calcistici di professione, una nuova pagina riempita sul taccuino dei rancorosi e degli ottusi.

“Non protesta, gol regolare!”: l’ultimo assurdo teatrino. E il fallo su Lautaro? Bocche cucite- immagine 2

L'Inter torna in finale di Coppa Italia dopo 11 anni di assenza grazie a una vittoria sonora per 3-0 contro il Milan, arrivata con una prestazione da grande squadra per mentalità e lucidità. Ma l'unico episodio di cui si parla, tra giornali, radio e tv, è (ovviamente) il gol annullato a Bennacer, che avrebbe portato i rossoneri sul 2-1 momentaneo. "Sarebbe cambiata la partita!", si legge e sente da più parti, dopo che Pioli (che non più tardi di dieci giorni fa, con un gesto apparentemente signorile, affermava di non voler più parlare di arbitri) subito dopo la partita si era affrettato a immaginare il volto diverso che il derby avrebbe assunto in caso di convalida. A parte che non i se e con i ma poco si conclude, è sembrato chiaro l'intento di spostare l'attenzione su un singolo episodio, distogliendola da una partita che ha sancito la definitiva supremazia stagionale (al di là di come si concluderà il campionato) della Milano nerazzurra. E questo è un fatto, se è vero che l'Inter, padrona del proprio destino in Serie A e in finale di Coppa Italia, anche ieri sera ha surclassato i cugini, derubricando il derby perso a febbraio come mero "incidente di percorso". Ma, ovviamente, non è tutto.

L'insulso quanto squallido messaggio che sta passando in queste ore, partito proprio dall'ambiente rossonero immediatamente dopo la partita, è che il gol di Bennacer era automaticamente regolare in quanto Handanovic, direttamente coinvolto nell'azione, non protesta. Segno inequivocabile di colpevolezza. Come se il regolamento del gioco del calcio prevedesse un'appendice che obblighi l'arbitro a tenere conto delle rimostranze dei giocatori in ogni episodio. Per dire: tanti giocatori che tendono a ingigantire gli effetti di un contrasto (senza scatenare pandemoni con nomi e cognomi) avrebbero diritto a ricevere un trattamento di riguardo solo perché capaci di esibirsi in rotolamenti o urla disumane in presenza di contatti anche leggerissimi? O giocatori maestri nell'arte della protesta sarebbero più meritevoli di ascolto solo perché, forse, dicono il vero (o forse no)? Un'altra volta, come spesso accade, siamo all'assurdo. E rasentiamo il ridicolo. Il regolamento è uno. Interpretabile, certo, ma con una consistente componente di oggettività. E far passare il messaggio che tutto fosse solo nella norma solo perché Handanovic non ha corso disperatamente per 60 metri per inveire contro l'arbitro o perché non ha alzato il braccio per chiamare fuorigioco 'alla Baresi' (ogni riferimento è casuale) sembra francamente eccessivo.

Il gol annullato al Milan è uno dei più classici casi-limite, di quelli difficilmente risolvibili anche in epoca VAR: qualunque decisione dell'arbitro Mariani avrebbe comunque scatenato polemiche, da una parte e dall'altra. Non sarebbe stato certo uno scandalo assegnare il gol ai rossoneri, non ci sono problemi a dirlo. Non avremo mai certezza sul fatto che Kalulu, comunque davanti a tutti, ostacoli effettivamente la visuale di Handanovic (che comunque è costretto a spostare il capo). Ma, ripetiamo: l'Inter non è andata in finale per grazie a quell'episodio. Si è qualificata perché semplicemente più forte, perché ha giocato meglio dell'avversario, perché ha preparato meglio la partita e perché ha avuto più fame. I milanisti e tutti coloro che in queste ore stanno gridando (in alcuni casi anche vigliaccamente) allo scandalo se ne facciano una ragione.

Anni di teatrini, di trasmissioni televisive e di pagine dei giornali riempite con retorica moralistica sulla necessità di diminuire le proteste e di avere atteggiamenti più consoni ed eleganti nei confronti degli arbitri sono andati magicamente andati a farsi benedire. Bisogna stare attenti, perché il precedente che si sta creando è molto pericoloso: "Protesta, perché altrimenti passi automaticamente per colpevole", è il messaggio che passa. Bella immagine, non c'è che dire. Detto che Handanovic comunque protesta (e poco vuol dire che lo abbia fatto dopo che il gol fosse stato già annullato), indicando all'arbitro "Due in fuorigioco" con chiaro segno della mano, riesce difficile accettare il fatto che si parli di Calciopoli-bis di fronte a episodi del genere. E soprattutto che tali tesi non vegano nettamente smentite da nessuno, come se di fronte a un episodio del genere possa anche solo insinuarsi il dubbio. Un velo di sospetto semplicemente penoso, perché oltretutto marginale a quanto visto in campo.

Di più, e forse qui siamo alla parte più importante: quell'episodio non ci sarebbe mai stato se Mariani, come avrebbe dovuto, avesse fischiato il fallo su Lautaro in precedenza, netto e solare. Da quel fallo, con tanto di scarpa tolta all'argentino, non sarebbe mai partita l'azione che poi ha portato al calcio d'angolo e al successivo tiro di Bennacer. Senza contare episodi quantomeno dubbi nell'area del Milan che hanno coinvolto nel primo tempo Tonali e Calhanoglu e, nella ripresa, Theo Hernandez (uno che di proteste e atteggiamenti irriguardosi se ne intende eccome) e Darmian. Ma questa è un'altra storia...

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