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Lautaro, notte da Toro. 13 gol in 13 partite, capitano vero: e ora il rinnovo con l’Inter

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Dopo il gol di Vlahovic, arriva la risposta di Lautaro Martinez. 13 gol in 13 partite per il capitano dell'Inter, sempre più bomber e trascinatore della squadra

Finisce in parità tra Juve e Inter, 1-1. Dopo il gol di Vlahovic, arriva la risposta di Lautaro Martinez. 13 gol in 13 partite per il capitano dell'Inter, sempre più bomber e trascinatore della squadra. Un gol importante perché tiene dietro la Juve e permette ai nerazzurri di mantenere il comando della classifica.

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"Ha fatto il Toro contro la Juve, che suona sempre bene se il bianco e il nero sono i colori che ti stanno meno simpatici. Per Lautaro è proprio così. Ha sistemato un po’ di conti, con una partita. Ha sistemato quelli dell’Inter, perché sai che musica sarebbe stata iniziare la settimana con il sorpasso della Juventus sulle spalle. E invece no. Eccola qui, la notte da protagonista che cercava contro un avversario che almeno in campionato pareva un tabù inspiegabile: solo un gol, pure inutile, ormai quattro anni fa. Tutto prima di ieri. Prima di un movimento che andrebbe mostrato nelle scuole calcio, capitolo centravanti, alla voce “come si attacca il primo palo e si anticipa il difensore”, nello specifico Gatti", analizza La Gazzetta dello Sport.


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"Siamo a 13 gol in 13 partite, 27 nell’anno solare che vale questa roba qui: soltanto Milito e Vieri, due che nella storia dell’Inter qualcosa hanno detto, sono riusciti a fare meglio, con 28. C’è tempo e spazio per prenderli e superarli. Perché questo Lautaro è una sentenza, oltre che una garanzia. È un capitano che calma Barella quando il centrocampista si agita un po’ troppo. Che rimprovera Dumfries quando l’olandese, con i suoi movimenti sconclusionati, finisce per pestargli i piedi complicando i piani. Che va dall’arbitro a chiarire un paio di situazioni che poco gli erano piaciute. Lautaro onora la fascia e viaggia alla media record: continuando così, il sorpasso a Higuain e Immobile a quota 36 gol non è un miraggio ma un vero obiettivo".

"L’Inter è lui, lui è l’Inter. E allora fa bene la società a voler sistemare al più presto la questione del rinnovo di contratto. Le parole dell’amministratore delegato Beppe Marotta, prima della partita, altro non hanno fatto che confermare una strada ormai in discesa. Sarà firma fino al 2028, per la soddisfazione di tutti. La soddisfazione è quella di un giocatore che dell’Inter ormai si sente un simbolo. E che si è messo in testa lo scudetto, al punto di trasferire a tutto il gruppo la sua voglia. Il pareggio non lo accontenta, sul finire della partita – quando i ritmi si sono abbassati – incitava i compagni ad accelerare, ad alzare il baricentro, a inseguire una vittoria che avrebbe significato fuga. Ma il suo gol ha un peso specifico che forse sarà apprezzato nel medio-lungo periodo. Perché l’Inter esce da Torino con una convinzione rinnovata. Nel mirino c’è la seconda stella, non erano previsti sorpassi ieri sera e quando non si può allungare allora va benone anche chiudere le porta altrui, mantenendo la posizione", chiude il quotidiano.

 

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