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ESCLUSIVA Valenti: “Qui si gioca con la salute. Abbassare i toni? Macché, aveva ragione Mou”

Marco Macca

FCInter1908.it ha intervistato in esclusiva il conduttore radiofonico, noto tifoso dell'Inter

La voglia di cavalcare, di tornare ad alzare una coppa al cielo, di rovesciare le gerarchie che da anni colorano con le stesse tinte tutto il calcio italiano. Nel mezzo, però, decisioni discusse e discutibili, con ogni probabilità definibili come scellerate, che stanno togliendo un po' il gusto a una stagione che fin qui, tra colpi di scena e polemiche, è stata intensissima. La Lega di Serie A ha senza dubbio danneggiato l'Inter di Antonio Conte con l'ultima decisione di rinviare 5 partite, inclusa la sfida dello Stadium contro la Juventus, al 13 maggio (anche se sono al vaglio altre soluzioni), intasando così il calendario dei nerazzurri e compromettendo non poco il finale di stagione della squadra di Conte.

Ma la scelta delle istituzioni della Serie A hanno anche alimentato sospetti, dietrologie, proteste. Soprattutto nei confronti di una società, quella bianconera, che sembra esercitare un potere politico e una pressione dal peso specifico enorme. FCInter1908.it ha voluto parlare della situazione con un tifoso interista doc come Giacomo Valenti, noto conduttore radiofonico.

Allora Giacomo, cosa ne pensi di tutta questa situazione che si sta vivendo in Serie A? Siamo passati dalla certezza di giocare Juventus-Inter a porte chiuse sabato all'improvviso rinvio...

Magicamente è arrivata la decisione di rinviare questa partita per motivi che sono ancora oscuri. Il nocciolo fondamentale della questione è che bisognerebbe salvaguardare la salute delle persone, pensare di riempire lo stadio in un momento delicato come questo mi sembra sbagliato.

Credi davvero che ci siano state delle pressioni da parte della Juventus?

Non abbiamo alcun tipo di prove da questo punto di vista, ognuno può farsi l'idea che vuole. Quello che ritengo grave è non aver posto la salute delle persone al centro di tutto. Io viaggio sempre tra Roma e Milano e, fin quando non ho toccato con mano la situazione, ho fatto fatica a capire totalmente. La situazione è questa: ci si saluta sorridendoci a distanza, ci si parla a distanza, chi può fare smart working lo fa da casa. Questo è quello che succede. A questo punto, voler pretendere di rinunciare a una partita a porte chiuse... Sarebbe bello per tutti un calcio a porte aperte, ma in questo momento mi sembra estremamente difficile. Abbiamo rinunciato a una settimana e non abbiamo capito perché. In questo modo è stato compresso il calendario dell'Inter, portando a incastri che prevedono impegni ravvicinati, deliranti. L'importanza del calendario di fronte alla salute delle persone conta zero, ma non si capisce perché l'Inter venga accusata di boicottare quando in realtà c'era una data fissata, e non è certo stata l'Inter a farla saltare.

Sei d'accordo nel definire questo campionato falsato?

Nel momento in cui ti allinei e riprendi il passo, ti ritrovi in un campionato che secondo me ha vissuto un momento pessimo, perché siamo venuti meno alla regola del calendario, ma è comunque una situazione recuperabile. Altrimenti, è differente giocare tre partite contro Atalanta, Juventus e Napoli una dopo l'altra, piuttosto che giocarle secondo regolare svolgimento del campionato. Ma ripeto, quello che mi interessa è il concetto di non piazzare circa 200 contagiati all'interno di catini di 50 mila persone.

Si è parlato della volontà di non esportare una brutta immagine dell'Italia in giro per il mondo con partite a porte chiuse...

Secondo me l'immagine peggiore che si può esportare è quella di una Nazione che non sa rispettare le regole. Quello è il vero problema.

Da tifoso dell'Inter, come hai preso la risposta di Marotta e soprattutto del presidente Zhang in queste ore?

Non conosco personalmente Dal Pino, quindi non potrei definirlo un pagliaccio. Quello che è stato lo sfogo personale di Zhang secondo me ha voluto soprattutto sottolineare quello che è un dramma che sicuramente lui ha vissuto, da cinese, in maniera più forte.

Temi ripercussioni, anche in campo, dopo queste durissime parole?

Mi auguro di no, mi auguro di no. Uno può essere interista, juventino, milanista. La bellezza del coinvolgimento emotivo di ogni tifoso è la sua irrazionalità, ma mi auguro di non arrivare mai a questi ragionamenti. Quello che stupisce è che si sia cercato di rinviare a una data quando di fronte c'era una situazione purtroppo drammatica. L'interista non è scemo. Ma non solo gli interisti: Gattuso e Liverani, che non mi sembrano due cresciuti in Curva Nord, mi sembra proprio che si siano espressi in maniera chiara. Di fronte alla presa di posizione dell'Inter nei confronti della Lega, c'è stata una reazione di una tifoseria italiana... Purtroppo gli juventini secondo me rapportano a loro stessi alcune cose, come se la vita sia il calcio. Non è così. Le gioie e i dolori sono altre cose. Se una persona pensa che il calcio debba essere il proprio riscatto personale e sociale, credo sia una follia. Io giudico una persona non in base a quale squadra tifa, ma in base alla sua intelligenza. Quello dell'Inter è un confronto con la Lega, non con la Juventus. In questo caso gli juventini si comportano come se avessero la coda di paglia.

Ora la Lega dovrà 'sperare' che Conte e i suoi non arrivino in finale di Coppa Italia ed Europa League, altrimenti non ci sarà una data utile per Inter-Sampdoria...

Io non guferò mai contro la mia squadra affinché ci sia una data disponibile, e non guferò mai contro un'altra squadra affinché non ci sia possibilità di confronto. Gufo nella sana rivalità per altri motivi, non certo per questo.

Credi che la squadra possa risentire di tutta questa situazione?

Conte è uno che scassa talmente tanto i maroni, in senso buono, che onestamente quando entreranno in campo non penseranno né alla Lega né ad altro. Né alla Lega né alla gnocca. Vanno sul pallone, punto.

Mourinho parlava del rumore dei nemici e da quello ha tratto la forza e le motivazioni per condurre la squadra al triplete. Tuttosport paragona, con le dovute proporzioni, quella situazione a quella che sta vivendo la squadra di Conte. Pensi che possano esserci degli stimoli in più per portare a casa l'impresa?

Una delle interviste più belle di Mourinho secondo me non è stata quella sul rumore dei nemici, ma quella in cui si scagliava contro l'espressione 'abbassiamo i toni'. E' così che si sono creati molti momenti difficili nella storia del calcio italiano. Se vedo determinate cose e faccio finta di niente, è una forma di forte responsabilità. Mi auguro che, se c'è un insegnamento da trarre dalle parole di Mourinho, è che, quando ci sono cose che non vanno bene e inspiegabili, come è accaduto l'altro giorno, abbassare i toni è una cosa assurda. Abbassare i toni significa anche non andare nel merito di quello che ha detto Zhang. I toni potranno anche non appartenermi, ma capisco che possa essere uno sfogo di un cittadino cinese che da mesi sta vivendo una determinata situazione. Cambiare continuamente posizione non rende chiara la linea della Lega.