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ESCLUSIVA M. Serena: “Eriksen top, Conte determinante. Vi racconto Ronaldo. Quel 5 maggio…”

Marco Macca

FCInter1908.it ha intervistato in esclusiva l'ex laterale nerazzurro

Nei tifosi dell'Inter è ancora vivido, purtroppo, il deludente pareggio di Lecce. L'1-1 del Via del Mare ha leggermente offuscato il percorso e il periodo dei nerazzurri, scivolati a -4 dalla Juventus e potenzialmente dietro anche alla Lazio di Simone Inzaghi, attesa a febbraio dal recupero contro l'Hellas Verona. Un periodo non troppo felice per Antonio Conte e i suoi, in un momento in cui a farla da padrone, tra una partita e l'altra, sono le voci di mercato.

Del resto, i nomi che si fanno in ottica Inter sono a dir poco affascinanti. Una Premier-Inter si affaccia all'orizzonte: Young è già arrivato, per Moses si attende solo l'ufficialità. Ma pronti a vestirsi di nerazzurri sono anche Giroud e soprattutto Eriksen. Il profilo che cattura la fantasia di tutto il popolo interista, che vede in lui l'uomo giusto per aprire un nuovo ciclo di successi. Di questo e tanto altro, FCInter1908.it ha intervistato in esclusiva l'ex laterale nerazzurro, Michele Serena.

Buonasera mister. Allora, dopo una prima parte di stagione incredibile, l'Inter è apparsa in fase calante contro l'Atalanta, ma soprattutto a Lecce. Come se lo spiega?

Ho visto un calo soprattutto a Lecce, perché contro l'Atalanta si è vista una buona Inter, contro una squadra forte. Lo ha detto lo stesso Conte: se i suoi ragazzi non vanno a 200 all'ora, diventa difficile vincere le partite. Condivido il suo pensiero. Tutte le squadre ti possono mettere in difficoltà, anche quelle sulla carta più deboli.

Se contro l'Atalanta il problema è parso soprattutto fisico, a Lecce la squadra è parsa piuttosto scarica mentalmente. In molti l'hanno definita un'Inter più "spallettiana" che "contiana". Cosa può aver influito?

Penso le tante partite e il fatto che a giocare nell'ultimo periodo siano stati praticamente gli stessi. Può succedere di pareggiare due partite, il problema è che la Juventus non si ferma mai. Ci sta di incappare in due prestazioni non eccellenti, ma la Juve ha dimostrato in questi anni di avere una rosa talmente ampia e forte di poter benissimo cambiare dei giocatori così da non cambiare la sostanza.

Teoricamente quattro punti sono un soffio, ma contro una corazzata come la Juventus sembrano pesare maggiormente. Come si torna, per dirla alla Conte, a correre a 200 all'ora recuperando il distacco dai bianconeri?

Seguendo i dettami di Conte. E' vero che 4 punti sono un soffio, ma è anche vero che la Juve perde 1/2 partite a campionato, quindi iniziano a diventare tanti. Non bisogna sbagliare nulla, ma bastano due pareggi per far sì che dall'altra parte allunghino il vantaggio.

Secondo lei in questo periodo stanno giocando un ruolo importante anche tutte le voci di mercato che riguardano i nerazzurri? Quant'è difficile, per un allenatore, gestire questo periodo di campo e trattative?

E' complicatissimo, basti guardare quello che è successo tra Roma e Inter. Sfido chiunque, ora, a motivare nuovamente Politano. Quando giocavo io, parecchi anni fa, il mercato di riparazione era a ottobre. Opterei veramente per fare un passo indietro, perché a gennaio è davvero un massacro.

Sono quattro giocatori di primissimo livello che arrivano a gennaio. Perché non sono arrivati prima? La squadra diventerebbe davvero top, con alternative in tutti i reparti. Sperando che il divario rimanga questo, altrimenti si trasformerebbero in rinforzi per l'anno prossimo...

Che significato avrebbe l'acquisto del centrocampista danese per l'Inter e per il calcio italiano? E' un colpo paragonabile a quello che è stato Cristiano Ronaldo per la Juventus, anche per impatto mediatico?

E' un giocatore di assoluto livello, che forse ha voglia di fare un'esperienza diversa. Sono curioso di vedere come Conte lo impiegherà, perché l'ho sempre visto come un trequartista. Visto il modulo, potrebbe essere utilizzato da mezzala. Ma sicuramente arricchirebbe il valore di tutto il calcio italiano. A quel prezzo, poi, è un colpo eccellente.

E' possibile pensare anche a un cambio di modulo per esaltarne le caratteristiche?

Conte ha già dimostrato in passato di saper sfruttare al meglio le caratteristiche dei giocatori che ha. Può essere che si giochi col 3-4-1-2, ma bisognerebbe chiedere a Conte cos'ha in mente, per ora e per il futuro. Se si prende un giocatore forte in un determinato ruolo, io non lo sposterei.

Anche se non arrivassero i trofei in questa stagione, l'Inter sembra aver intrapreso un percorso virtuoso sotto tutti i punti di vista. Quanto sono stati fondamentali, in questo senso, gli arrivi di Marotta e Conte?

Sono stati determinanti. Loro si conoscevano già e avevano già lavorato insieme in una determinata zona geografica d'Italia, dove c'è una sola mentalità. Hanno cercato di portarla all'Inter, in un ambiente che conosco molto bene. Il fatto che ora l'Inter sia a -4 dalla Juve non deve sminuire quanto di buono fatto in questi mesi, ci vuole tempo. Anche la Juventus non ha vinto subito. In Europa sono anni che cercano di mettere dentro i calciatori e le persone giuste. Non vorrei che venisse sminuito il lavoro fatto finora.

I tifosi dell'Inter e non solo hanno spesso paragonato in queste settimane la coppia Lukaku-Lautaro a Ronaldo-Vieri. Lei che li ha vissuti da vicino, cosa può dire in merito?

E' un bel paragone eh, attenzione. Facciamogli fare qualche altra partita e facciamogli dimostrare ancora qualcosa direi. Certo, Lukaku all'estero ha già fatto molto, ma Lautaro è ancora molto giovane. Sono grossi paragoni, stiamo parlando di due icone del calcio italiano e mondiale.

Era sicuramente un introverso. Aggiungerei che io ho visto mezzo Fenomeno, perché l'ho vissuto dopo il primo infortunio. Mi immagino cos'era prima, perché ho visto tante belle cose. Non l'ho visto da vicino quando stava veramente bene. Non so se ne rivedremo mai uno come lui. Mbappé per l'età che ha ci sta facendo vedere cose eccezionali, ma la tecnica in velocità che aveva Ronie secondo me difficilmente la rivedremo in qualche altro giocatore.

Visti i tanti campioni che c'erano in quell'Inter, quanti rimpianti ci sono per non aver vinto grossi trofei?

Io sono tifoso dell'Inter da bambino, dentro di me ho sangue nerazzurro. Ho un unico rimpianto: il 5 maggio. Potevamo essere noi stessi a determinare le sorti di quello Scudetto e non ci siamo riusciti. E' il più grande rimpianto della mia carriera.