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Lukaku, sentenza durissima degli ex compagni. Le provocazioni di Mou non ci toccano più

Lukaku, sentenza durissima degli ex compagni. Le provocazioni di Mou non ci toccano più - immagine 1
Sensazioni e impressioni dopo il ritorno di Big Rom (e Mou) a San Siro
Sabine Bertagna Vice direttore 

Il calcio è molto semplice. Le chiacchiere che si costruiscono prima e intorno ad una partita, i risvolti emotivi studiati con rigore, le giustificazioni a protezione di una scelta... tutte queste cose hanno il magico potere di dissolversi appena si scende in campo. Lì gli sguardi e i saluti volutamente gelidi contano il giusto e lasciano velocemente spazio alla legge del campo. Ieri sera, contro la Roma, è apparso subito evidente che la vera questione di Inter-Roma non fosse il tradimento di Romelu Lukaku ai danni della tifoseria nerazzurra. Anche, certo. Fischi e fischietti lo hanno certificato con inappellabile certezza. Ma il vero tradimento, quello più profondo, è stato il voltafaccia di Big Rom alla sua ex squadra. Ai suoi ex compagni. Ai suoi ex amici. 

Lukaku, sentenza durissima degli ex compagni. Le provocazioni di Mou non ci toccano più - immagine 1

È probabilmente anche per questo che la squadra di Inzaghi è riuscita ieri nell'intento (voluto e studiato) di confezionare una prestazione così solida - più solida di quanto probabilmente avrebbe richiesto l'avversario - e lucidamente aggressiva. I sentimenti dei giocatori dell'Inter non sono stati messi da parte, ma governati con intelligenza. Contavano solo il gioco e il campo. Giocare, non cedere alle provocazioni di una squadra che è abituata a buttare il match sul piano del nervosismo, e ancora giocare. L'intesa calcistica dei nerazzurri ha sempre un rimando a quella costruita nello spogliatoio. Ieri l'Inter è stata molto gruppo e tanto famiglia, al di là delle frasi e delle emozioni che sono poi state fatte trapelare sui social al fischio finale. Ma la gioia di Lautaro che si coccola il Tikus in favore dei tifosi è una fotografia piuttosto significativa se la allarghiamo fino a inquadrare anche la delusione di Lukaku, fermo a guardare da lontano. Il confronto di ieri ha chiuso la pratica. Non c'era bisogno di sentire i fischi per capire che quest'estate è successo qualcosa di veramente grave. Big Rom ha respinto e perso una famiglia che lo amava. Questo, temo, bruci più del rumore di San Siro.


Mourinho, in settimana, ha provato a proteggere Romelu minimizzando il peso del suo passaggio all'Inter. La sua Roma ha fatto l'unica partita che poteva fare. Non avendo ad oggi dimostrato di poter sfoggiare un gran gioco, ha tentato in tutti i modi di impedire all'Inter di fare il suo. Le provocazioni, i falli e il nervosismo facevano parte dello spartito mourinhiano. La verità è che le sue guerre non sono più le nostre. Romelu Lukaku è stato rimpiazzato non solo in campo ma anche in famiglia. Strade e scelte diverse. La partita di ieri ci dimostra che non è un dramma. Si sopravvive a tante cose, anche a questa. Il calcio, in fondo, è una cosa semplice.

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