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Juve-Inter a porte aperte? La regione Piemonte: “Ritorno alla normalità”. La decisione tra oggi e domani

Potrebbe esserci un clamoroso sviluppo per quanto riguarda la sfida tra Juve e Inter che si disputerà allo Stadium domenica sera

Andrea Della Sala

Sembrava ormai deciso che il big match tra Juve e Inter, in programma domenica sera allo Stadium, si svolgesse a porte chiuse, me nelle prossime ore potrebbero cambiare le cose.

"Sul decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri approvato martedì continuano a esserci diverse interpretazioni. La Prefettura di Torino non ha ancora diramato una prescrizione ufficiale, la Lega di serie A non ha diffuso il comunicato sulle partite con l’obbligo di stadi vuoti (a differenza della Lega di B che l’ha fatto), per la regione Piemonte vale ancora l’ordinanza firmata con il ministro della Salute che parlava di scadenza del provvedimento di sospensione delle «manifestazioni aperte al pubblico» per sabato 29 febbraio, escludendo quindi la sfida scudetto dal divieto. Ordinanza che però potrebbe essere aggiornata sulla base del DPCM. Potrebbe, appunto. Perché ieri il governatore del Piemonte, Alberto Cirio, ha detto, citando la situazione nella regione, dove si è ridotto a un solo caso il bilancio di positività al coronavirus, di «ritenere che ci siano finalmente le condizioni per chiedere al Governo un graduale ritorno alla normalità». Nello stesso comunicato si continua a fare riferimento alla data del 29 febbraio e si annuncia un vertice per oggi con sindaci dei comuni capoluogo, prefetti e presidenti di provincia per «confrontarsi sull’opportunità di sospendere o rimodulare le misure per il contenimento del coronavirus in Piemonte»", si legge su La Gazzetta dello Sport.

Altro elemento: la prevendita non si è interrotta. Basta andare sul sito della Juve: si possono ancora acquistare i pochi biglietti rimasti. Anche se in alcuni punti vendita alcuni tifosi si sono sentiti rispondere: «L’acquisto è bloccato». Su Juve-Inter si incrociano due stati d’animo diversi con cui il Paese sta vivendo l’incubo virus: da una parte la crescita del numero dei «positivi» e il senso di fragilità che ci sentiamo addosso anche per come ci stanno vedendo all’estero, che induce a moltiplicare tutte le precauzioni possibili riducendo i contatti sociali fra le persone; dall’altra, però, il desiderio di dare dei segnali di ripartenza, anche con l’immagine di uno stadio pieno, peraltro in una sfida che televisivamente farà il giro del mondo. E a proposito di tv, ieri Giovanni Malagò ha risposto alla domanda su una possibile trasmissione in chiaro di Juve-Inter in caso di porte chiuse: «Sono favorevole - ha detto il presidente del Coni - per un fatto simbolico e per compensare quella che di fatto è una mancanza di appeal».

"Tutto ruota intorno al DPCM e alle sue svariate interpretazioni. La versione ufficiosa, in merito alle manifestazioni sportive, non prevedeva una data di interruzione del provvedimento. Tutto veniva rinviato alle ordinanze: in cinque regioni il limite era quello del primo marzo, nel Piemonte il 29 febbraio. Poi è stato aggiunto all’articolo 3, nelle «Disposizioni finali», l’espressione «fino al primo marzo compreso», specificando però nel comma 1 che «sono confermate e restano in vigore le ordinanze». Il presidente federale Gabriele Gravina e il ministro dello sport Vincenzo Spadafora hanno citato nei giorni scorsi il primo marzo come scadenza. È probabile che fra oggi - è in programma anche la riunione del Gos (l’organismo che si occupa della sicurezza allo stadio) di Torino - e domani arrivi la decisione definitiva", aggiunge il quotidiano.

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