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Bedin: “Degni della Grande Inter. Lautaro simbolo. Scudetti? 20 e meritatissimi”

Bedin: “Degni della Grande Inter. Lautaro simbolo. Scudetti? 20 e meritatissimi” - immagine 1
L'ex centrocampista nerazzurro ha voluto complimentarsi con i ragazzi di Inzaghi per la conquista della seconda stella
Fabio Alampi Redattore 

Gianfranco Bedin, uno dei protagonisti della Grande Inter, in un'intervista concessa a La Gazzetta dello Sport ha voluto complimentarsi con i nerazzurri di Inzaghi per la conquista dello scudetto: "Già ai miei tempi avremmo potuto vincere altri scudetti, oltre alla Coppa Campioni contro il Celtic. Invece nel '67 arrivammo a fine stagione stracotti e in quattro giorni, tra Lisbona e Mantova, ci scivolò tutto tra le dita. Il Mantova era retrocesso da mesi ma vinse 1-0, la colpa fu data a Sarti che poi passò alla Juve e si prese tutte le colpe. Ma io stesso sbagliai due gol incredibili. La verità è che eravamo bolliti. Bisogna considerare che ai tempi vivevamo in ritiro. Giocando la domenica e il mercoledì, anche dopo la partite tornavamo in ritiro. L'unico momento per vedere le famiglie era il giovedì pomeriggio. Dopo anni così, eravamo stracotti".

Le due stelle hanno come comune denominatore la famiglia Moratti.

"Massimo, persona stupenda che poi mi ha permesso di rimanere in nerazzurro a vita studiando gli avversari anche con Mancini e Mourinho, già allora seguiva la squadra col padre. Angelo era un grande uomo, la sua personalità forte mi metteva in difficoltà, ricordo ancora quando mi consegnò il primo contratto, dicendo che lo riteneva soddisfacente. Al tempo non si trattava sui soldi...".


Cosa risponderebbe a chi le dovesse dire che gli scudetti sul campo sono 19?

"Mi farei una grande risata e gli direi che sono tutti e 20 meritatissimi. E che avremmo potuto e dovuto vincerne diversi altri... Non mi faccia aggiungere altro. Noi siamo orgogliosi dei nostri scudetti. Dovrebbero solo applaudirci, dopo un campionato del genere".

Bedin: “Degni della Grande Inter. Lautaro simbolo. Scudetti? 20 e meritatissimi”- immagine 2

Quella di Inzaghi è stata l'Inter più bella?

"Di sicuro ci siamo divertiti tanto. Vedo in Lautaro e compagni la stessa convinzione che avevamo noi. Grande rispetto per gli avversari, ma sapevamo che alla fine vincevamo noi".

Un altro tratto comune tra questa e la Grande Inter?

"L'efficacia e la tecnica. Noi andavamo in porta con 3-4 passaggi grazie al lancio di Suarez per Mazzola o Jair. Inzaghi oggi ci arriva con venti passaggi e va in porta con la palla".

Quanto è stato bello vincere lo scudetto nel derby?

"Temevo che ne nascesse una partita bloccata tra paura loro di perdere un'altra volta e la nostra di vincere. Invece è arrivata anche il successo che rende il nostro campionato ancora più straordinario. Sei derby vinti di fila non li dimentica nessuno".

Quanto le ha fatto piacere raggiungere la seconda stella prima del Milan?

"Lo prendo anche come un risarcimento per lo scudetto che abbiamo prestato loro 2 anni fa...".

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Da Rivera a Eusebio, lei era il mediano che marcava l'avversario più tecnico. Epoche diverse, ma in chi si rivede dell'Inter di oggi?

"Barella. Lottatore eccezionale, che fa anche gol".

Chi è invece il giocatore simbolo di questo scudetto?

"Lautaro. Ha segnato a raffica quando si pensava che le reti di Lukaku ci sarebbero mancate. E poi il Toro, a differenza dell'altro, è un vero uomo Inter che vive per questa società. Sono contento che sia lui il nostro capitano".

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