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Il presidente della Libera Associazione Medici Italiani del Calcio, Enrico Castellacci, ha commentati ai microfoni di Radio1 di "Zona Cesarini" le modalità secondo le quali il campionato riprenderà: "C'è molta prudenza in quello che è stato detto ed è anche ragionevole e di buon senso. C'è però un fatto imprescindibile se si vuole fare cominciare il campionato, bisogna avere le idee chiare. Se dovesse uscire un caso di Covid-19 in questo momento, si può ancora recuperare, ma se dovesse succedere a inizio campionato, fermo restando i 15 giorni di quarantena in un ritiro blindato, a quel punto bisognerebbe andare direttamente al piano B, che sono i play-off o la cristalizzazione della classifica. Non si può portare avanti un campionato mettendo una squadra in quarentena per due settimane. Forse i 7 giorni potrebbero essere presi in considerazione se la curva del contagio avesse un calo, non è detto che su questo punto non si torni indietro".
L'ex responsabile dello staff medico della Nazionale ha poi aggiunto sul ruolo dei medici nel calcio: "Contiamo molto poco nel mondo del calcio, la nostra è l'unica figura non istituzionalizzata, se il medico di un club ha un contratto di lavoro non ce l'ha depositato in Lega, siamo l'anello debole della catena e quindi un'associazione come la nostra viene considerata meno, non ne siamo contenti, abbiamo inviato le nostre idee alla Federazione e qualcuna è stata recepita, ma indirettamente perché la nostra richiesta di collaborazione non e' stata presa in considerazione, si è persa un'occasione".
Giusta la ripresa (con qualche preoccupazione): "Il mondo del calcio avrebbe avuto una grande batosta, la parte economica ha sempre un valore importante, non ne siamo ancora fuori, ma la curva di contagio ha rallentato e abbiamo visto un po' di luce. I giocatori hanno già subito problemi psicofisici notevoli, poi alla ripresa ci saranno tre partite a settimana e con il caldo e l'umidità diventa veramente complicato, non è che non si possa giocare, ho fatto tanti Europei e Mondiali, in Brasile abbiamo giocato con 42 gradi e un'umidità incredibile, ma sara' dura. La serie B? Auguriamoci che non ci sia nessun caso di positività, ma se dovesse esserci non ci sono le strutture logistiche per i ritiri delle squadre e i medici hanno problemi a recepire tamponi".
(Italpress)
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