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CdS – Inter, festa scudetto vera e genuina tra San Siro e Duomo, tra sacro e profano

CdS – Inter, festa scudetto vera e genuina tra San Siro e Duomo, tra sacro e profano - immagine 1
Giornata indimenticabile per i nerazzurri, iniziata a mezzogiorno con il successo sul Torino e proseguita fino a notte fonda
Fabio Alampi Redattore 

Una domenica indimenticabile per l'Inter. E interminabile, iniziata già al mattino, con la vittoria sul Torino all'ora di pranzo, e proseguita fino a notte fonda con la parata per le strade di Milano, da San Siro al Duomo, per festeggiare lo scudetto della seconda stella e ricevere tutto l'affetto del popolo nerazzurro. Il Corriere dello Sport ripercorre questa giornata trionfale: "Per una volta faccio obiezione di coscienza, lascio perdere i social. Proprio non li considero. Tutti i giorni il mondo ci sembra trasferito lì, esiste solo quello che passa e che sfonda lì, misura e baricentro per campare adeguati. Improvvisamente, la festa scudetto. E grazie al cielo tutto torna analogico, reale, vero. Se qualcosa di impalpabile c'è, sta nell'emotivo e nel sentimentale, comunque roba più vera e concreta del reale.

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È vera la gente a decine e decine di migliaia, è vera la festa che un anno dopo Napoli rende un po' napoletana anche la Milano fredda, cinica e calcolatrice. C'è veramente tutto quello che serve per la festa perfetta. C'è la stella del ventesimo scudetto, neanche il caso di dirlo. Ma c'è anche tutto un incastro di bellezze assortite, a rendere l'idea: c'è la vittoria sul Toro che tiene calda la corsa ai record, c'è persino la possibilità di timbrare il cartellino del politicamente corretto (terna arbitrale femminile: parità di genere, festa inclusiva), c'è il pellegrinaggio dal duomo profano (San Siro) al Duomo vero, ci sono i pullman scoperti con sopra gli idoli svalvolati nel cretinismo allo stato brado, c'è l'ambulanza con lo scudetto, c'è il trattore allegorico tipo Carnevale di Viareggio, c'è il tipo che chiede alla sua dama se vuole sposarlo [...], c'è l'ignaro che si accoda eccitato credendo ci sia il concerto di Elodie, c'è Zanetti che si affaccia e benedice la folla dalla Terrazza 21 di piazza Duomo, genere Angelus di Bergoglio (dev'essere che gli argentini ce l'hanno nel sangue), ci sono i Vip del morattismo e del vecchionismo e del serrismo che ricamano con l'uncinetto degli aforismi ovunque glielo chiedano, ma soprattutto c'è la tifoseria media e borghese che a parte la Juve – più del Milan – non odia praticamente nessuno".


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"Là fuori, nel mondo civile, c'è la festa vera di una squadra vera, allenata magistralmente da un allenatore vero, gestita da manager veri, sostenuta da gente vera. Il resto avanza. [...] Dopo tutto, è una domenica italiana che non deve dispiacere neanche agli altri delle altre squadre, agli sconfitti, ai delusi, ai depressi. Lo scudetto, come la vita, è una ruota che gira. Bisognerebbe capirlo, possibilmente accettarlo.  

La festa perfetta dell'Inter, nella sua mezza Milano e nell'Italia della sua sponda, è una festa che idealmente fa male a tanti, ma fisicamente non fa del male a nessuno".

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