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CorSera – Crollo Napoli, le ragioni della crisi. Giocatori scontenti. Zielinski si comporta come…

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Dopo la conquista dello scudetto con Spalletti, il club di De Laurentiis in questa stagione è crollato e si trova a -20 dall'Inter capolista
Gianni Pampinella Redattore 

Dopo uno scudetto vinto sbaragliando la concorrenza, il Napoli in questa stagione sembra un'altra squadra. Gli azzurri si trovano al nono posto e a -20 dalla capolista Inter dopo le prime 19 giornate. "Lo stato di crisi della squadra campione d’Italia in carica non può essere però spiegato solo ed esclusivamente con la logica dei numeri, né risolto con un ritiro punitivo (da ieri e fino a sabato per ordine di De Laurentiis), tantomeno archiviato con le scuse in diretta del d.s. Meluso", sottolinea il Corriere della Sera che analizza questa prima parte di stagione del Napoli.

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"Si tratta di un record nella storia della serie A a 20 squadre, l’analisi delle ragioni del crollo è imprescindibile. Probabilmente ha origini precedenti finanche alla vittoria dello scudetto. Il club degli scontenti, riferito ai giocatori in ansia da rinnovo o, peggio, mortificati dallo scarso utilizzo, per esempio, nasce proprio nella stagione del trionfo. Coperto, sottaciuto, dissimulato dall’euforia di un titolo che via via si avvicinava. Tenuto sotto controllo, da un allenatore, Luciano Spalletti, che aveva individuato come sua unica missione la vittoria dello scudetto: dorme nel centro sportivo, accoglie i giocatori all’arrivo, li saluta alla sera e resta lì. Persuasore, Spalletti". 


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"Da Spalletti a Garcia, al ritorno di Mazzarri: senza cessioni, senza rinnovi, con acquisti finora ingiudicabili. Un girone trascorso precipitando sempre più in basso: Elmas l’ha spuntata ed è stato ceduto, Zielinski ha rifiutato il prolungamento e si comporta in campo come un parametro zero «qualsiasi», Osimhen coperto d’oro prima di andare in Coppa d’Africa e primo partente in estate. De Laurentiis si è assunto la responsabilità del crollo dopo il pari casalingo col Monza anticipando innesti di mercato. Il presidente è in vacanza in Spagna mentre il suo club tocca il punto più basso, il suo vice, il figlio Edoardo, si è concesso anche lui uno stacco dalla tensione della crisi".

"Il crollo del Napoli è questo: uno stato mentale misto di confusione e depressione, una squadra sì forte ma non capace di gestirsi. Figlio delle scelte sbagliate post scudetto. Si può discutere del modulo, delle occasioni sprecate, dei gol subiti come all’oratorio. Ma tutto è troppo, tutto è quasi inverosimile. Si può recriminare sugli infortuni, sulle assenze. C’è di più: il Napoli ha toccato il fondo senza guardarsi mai indietro. Che giochi Raspadori o Simeone, a questo punto, viene dopo. I campioni infelici hanno toccato il fondo, e da lì si può soltanto risalire. Se c’è voglia".

(Corriere della Sera)

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