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Famiglia, lingua e condizione: i segreti di Eriksen. Studia l’italiano e Pintus l’ha tirato a lucido

Dopo l'avvio a rilento, l'ex Tottenham ha giovato della sosta e si è ripresentato in campo in forma e con grandi ambizioni

Andrea Della Sala

Dopo l'arrivo a gennaio e le prime partite un po' anonime, Eriksen dopo la sosta forzata è partito col piede giusto. Schierato sulla trequarti ha fatto vedere che l'adattamento procede ora spedito.

"Sarà un caso, o forse no, ma anche per colpa della nuova lingua praticamente sconosciuta il centrocampista danese ha faticato non poco nelle prime settimane italiane. L’ex Tottenham sembra aver cominciato a parlare finalmente la lingua dell’Inter. Merito, tra le altre cose, proprio dell’italiano. Già, perché Christian si è messo sotto e tra serie divorate su Netflix e mattoncini Lego montati da solo o in coppia con il figlio Alfred, ha anche deciso di occupare il tanto tempo libero sui libri, cominciando a studiare. Non il gioco di Conte, ma grammatica e parole che oggi ad Appiano Gentile gli permettono di vivere il mondo nerazzurro completamente. Ora Christian parla un po’ di italiano e soprattutto capisce quasi tutto della nostra lingua, con benefici doppi per sé e per l’Inter: fuori dal campo è molto più integrato nelle dinamiche del gruppo, al netto delle amicizie più strette (che restano) con gli altri «inglesi» Lukaku, Young, Moses; mentre con il pallone tra i piedi è molto più semplice mettere in pratica il credo di Conte conoscendo meglio i termini giusti anche in partita", spiega La Gazzetta dello Sport.

"L’Eriksen 2.0 è cresciuto anche grazie ad altre due fattori molto importanti, ovvero la famiglia e il lavoro atletico. A febbraio il danese era stato a lungo in hotel e poi si era trasferito in una casa temporanea con la fidanzata Sabrina e il figlio. Ora la famiglia Eriksen ha preso possesso del nuovo appartamento, nella centralissima zona Garibaldi, e la ritrovata stabilità ha dato molta più serenità a Chris anche in allenamento. Poi c’è il fisico tirato, e qui il lavoro fatto negli ultimi mesi è servito a costruire un nuovo giocatore. Che a Milano era arrivato un po’ scarico, dopo l’utilizzo da separato in casa al Tottenham che non garantiva continuità ai muscoli. Già durante l’iniziale quarantena italiana, vissuta da privilegiato dentro il centro sportivo di Appiano Gentile, il danese ha potuto fare il primo, fondamentale tagliando. Dopo il lavoro casalingo, ricominciare la preparazione insieme con la squadra, con gli stessi carichi e le stesse tabelle, ma soprattutto con alle spalle lo stesso lavoro fatto durante il lockdown, è stato decisivo. Merito dei preparatori Antonio Pintus e Costantino Coratti, che hanno completamente rimesso in palla Eriksen. Oggi il danese è fisicamente a posto e anche i muscoli ne hanno giovato, tanto che sembra ingrossato rispetto alle partite di febbraio-marzo", chiude il quotidiano.

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