Uno dei membri del Consiglio d'Amministrazione del club inglese ha parlato del modus operandi di Pep e della finale con l'Inter
Alberto Galassi, avvocato e membro del CdA del Manchester City, ospite negli studi di Skysport, ha parlato della finale di Champions del 10 giugno, quella che si giocherà a Istanbul contro l'Inter. «Maldini? Parto da una premessa, importante è la continuità e se prendi una linea dirigenziale devi permettere alle persone di lavorare. Il City ha questo, ha cambiato quattro allenatori in 15 anni. Bisogna portare avanti un percorso avanti. Anche i ds devono avere fiducia. La proprietà del City non spende e spande senza criterio. Anzi. Essendo tutti investitori stanno particolarmente attente ai risultati e alla condivisione», si legge.
-Il Manchester City è Pep Guardiola?
Non puoi togliere al City Guardiola, la storia non si rifà e lui è fondamentale. Nello spogliatoio ha una gigantografia bianco e nera di Crujff che entra in campo con l'Ajax e lo definisce il maestro. Così come Crujff ha cambiato il calcio, così il City ha cambiato il calcio moderno. Pep ha ossessione per il dettaglio più che per la vittoria, per il bel gioco. La stessa capacità di concentrazione la richiede con chiunque giochiamo. Non perdona nulla e non molla un cm. La perfezione per quanto possibile nel calcio.
-Haaland ha scelto il City per Guardiola?
Verissimo. Parlo spesso con lui che ama la Ferrari, è un ragazzo fantastico. Ma dice che è arrivato al City per giocare il calcio di Guardiola, il calcio che vuole giocare. In Premier League il Chelsea è la squadra che ha speso di più in questa stagione e nella scorsa. L'Arsenal nelle ultime tre e lo United nelle ultime cinque. I soldi vanno spesi bene. Guardiola migliora i giocatori e riesce anche a reinventarli. E sceglie i giocatori perché ogni scelta è condivisa.
-C'erano alcuni rifiuti eccellenti?
Alla tavola dei grandi il posto devi guadagnartelo. E il City era la parte meno nota di Manchester. Il club fa la differenza col fatturato. C'è un gap tra il fatturato del City e l'intera Serie A e non so come quel gap si possa colmare. È una gioia enorme che ci sia una squadra italiana in finale di CL perché la Serie A, nonostante il gap, sta tornando ad essere a livello internazionale quello che deve essere.