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Garlando: “Inter più morbida del previsto, non si è arrabbiata neanche tanto per Calvarese”

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Intervenuto sulle colonne de La Gazzetta dello Sport, Luigi Garlando ha analizzato così la sconfitta dell'Inter contro la Juventus

Matteo Pifferi

Intervenuto sulle colonne de La Gazzetta dello Sport, Luigi Garlando ha analizzato così la sconfitta dell'Inter contro la Juventus:

"La Juve ha spento le luci dello Stadium con la speranza di poterle riaccendere nella prossima stagione per notti di Champions. Dipenderà dai risultati della concorrenza, ma quello che poteva fare, la Signora lo ha fatto: ha sconfitto i neo-campioni dell’Inter, la fiammella resta accesa. Speranza, ma anche rimpianti. Se la Juve fosse stata sempre animata dallo spirito di ieri, avrebbe difeso lo scudetto in altro modo. Due volte in vantaggio, i bianconeri hanno trovato il terzo decisivo in inferiorità numerica. Cose da vecchia Juve, che quest’anno non si sono quasi mai viste. I bianconeri non si sono schierati in parata per omaggiare gli eredi, ma non è stato banale vedere Agnelli e Zhang, i due presidenti, chiacchierare amichevolmente in tribuna. L’Inter non è calata a Torino armata di orgoglio feroce, alla ricerca della vittoria esemplare. Anzi, dopo la settimana degli sketch pugilistici e delle cene multate, i nerazzurri si sono presentati più morbidi del previsto. Hanno alzato il ritmo solo per rimontare. Lo stesso Conte, impassibile, non ha mai fatto ricorso al sua teatralità motivazionale. Inter paga della gloria, senza bisogno di esibizioni muscolari o di sfregi. Non si è arrabbiata neanche tanto per gli errori di Calvarese, protagonista assoluto, in negativo: 3 rigori più che dubbi, compreso l’ultimo decisivo che non avrà fatto felici Milan e Napoli. Ma anche la Juve, in dieci per 40’ a causa dell’esagerata espulsione di Bentancur, ha di che lamentarsi".

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Arbitro protagonista

"Ci vogliono due fantasiosi rigori di Calvarese per smuovere il risultato. Due rigori da terzo millenio che, a forza di rivederli al Var, sembrano tali. Su zuffa d’angolo, Darmian cintura Chiellini che cade in avanti più che essere trascinato. Tutto da valutare anche il tocco di De Ligt su Lautaro che sta allontanandosi dalla porta. La vita non è un film. Ma per Calvarese, imbeccato due volte dal Var, sono rigori. CR7 al 24’ (segna sulla respinta di Handanovic) e Lukaku al 35’ fanno 1-1 dal dischetto. Rispettivamente gol numero 29 e numero 23 per i due giganti. [...] Nella ripresa irrompe Calvarese che al 10’ mostra un secondo giallo esagerato a Bentancur: Juve in dieci per 40’. La situazione si ribalta. Ora è l’Inter che si spalma in attacco. Pirlo rinuncia perfino a CR7 (non entusiasta) per difendersi. Conte inserisce Sensi e Vecino e attrezza il 4-3-1-2 dell’assedio. Vecino impone subito il miracolo a Szczesny, poi arriva il 2-2: autogol di Chiellini, annullato per presunto fallo di Lukaku sul difensore. Irrati chiama nuovamente Calvarese che ha passato il pomeriggio davanti allo schermo del Var, neanche fosse Netflix. Prende atto che Lukaku non ha commesso infrazioni e omologa il 2-2 al 38’. Ma non è finita. Cuadrado, irriducibile, a pochi minuti dalla prossima Europa League, si avventa sulla fascia destra e sterza per rientrare verso Perisic con un umanissimo ventaglio di possibilità in testa: cross, dribbling, contrasto falloso… Perisic non considera lo stesso ventaglio, altrimenti temporeggerebbe più saggiamente, per non prendersi rischi esagerati in una contingenza così delicata, dopo tanti fischi sbagliati. Comunque l’intervento del croato è legale. Calvarese invece ci vede il terzo rigore della giornata che lo stesso bravissimo Cuadrado, miglior bianconero della stagione, trasforma nel gol partita al 43’. La speranza Champions è ancora viva, la vittoria sui neo-campioni d’Italia, strappata in dieci, rianima l’autostima in vista della finale di Coppa Italia di mercoledì con l’Atalanta. L’Inter non si è disperata. Anzi, poter tornare da Torino, incurante della sconfitta e degli errori arbitrali, con 13 punti di vantaggio sulla Juve dei 9 scudetti è una conferma ulteriore dell’impresa appena festeggiata".

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