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Jugovic: “Pronostico Inter-Juve? Punto sui bianconeri: ecco perché. Lautaro e Vlahovic…”

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Jugovic presenta così la sfida di domani sera: "Inter-Juve è il bello del calcio. Arriva dopo un lungo duello e vale come una finale"
Matteo Pifferi Redattore 

Vladimir Jugovic, ex centrocampista di Inter e Juventus, ha rilasciato un'intervista a La Gazzetta dello Sport in vista proprio del derby d'Italia di domani:

«Sono trascorsi quasi 30 anni, ma l’orgoglio di aver vinto con una delle squadre più famose al mondo è sempre uguale. Quel rigore è storia: passano gli anni, ma la gente si ricorda soltanto di chi vince. Soprattutto alla Juve».


Adesso la squadra di Allegri sfida l’Inter e si gioca la possibilità di lottare fino alla fine per lo scudetto: sensazioni?

«Inter-Juve è il bello del calcio. Arriva dopo un lungo duello e vale come una finale. Finalmente è tornato il derby d’Italia di un tempo, il massimo dello spettacolo per i tifosi. In questo tipo di partite deve uscire la forza di una squadra. Chi vince a San Siro non conquista il campionato, ma lancia un messaggio forte che può spostare gli equilibri interni ed esterni».

Pronostico?

«Punto sulla Juve perché spero che la lotta scudetto sia avvincente fino a maggio. Se vince l’Inter, invece, la squadra di Inzaghi prende un bel vantaggio e anche la partita da recuperare per gli impegni di Supercoppa. Non credo che Inter e Juventus giocheranno in partenza per il pareggio. Però, nel caso, il pari in trasferta non sarebbe un brutto risultato per i bianconeri. Significherebbe restare in scia all’Inter nel momento più caldo visto che a fine mese Lautaro e compagni avranno gli ottavi di Champions contro l’Atletico, un’altra mia ex squadra».

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Vlahovic ha iniziato il 2024 con più gol (6) che partite (4) in campionato: stupito?

«Più che sorpreso, sono contento. Questi gol sono importanti per la fiducia di Dusan e per proseguire così. Alla Juventus, però, non conta dimostrare di essere un grande bomber, ma è importante alzare trofei. Io ho avuto il privilegio di vincere tutto e lo auguro anche a Dusan».

Meglio Rabiot o Barella?

«È una bella lotta. Parliamo di due centrocampisti di spessore. Rabiot è più fisico, Barella più imprevedibile».

Quale campione delle sue Juventus farebbe più comodo ad Allegri per questo Inter-Juve?

«Vialli. Perché per vincere queste partite non basta soltanto la qualità, ma servono anche carattere e determinazione. E Vialli era il numero uno pure da questo punto di vista. Gianluca è unico, ma deve essere fonte di ispirazione per tutti. Anche per Vlahovic».

Che idea si è fatto di Yildiz?

«Gran talento. Bello vedere che la Juve adesso ha fiducia anche nei giovanissimi. Ai miei tempi se non avevi vinto qualcosa prima di arrivare a Torino, non ti compravano proprio».

Yildiz è più uno stimolo o una pressione per Chiesa?

«Uno stimolo. Nelle grandi squadre la concorrenza fa bene e a guadagnarci alla fine sarà la Juve. Djokovic, senza Federer e Nadal, non sarebbe mai stato quello che è. Che forza anche Sinner: è un po’ l’Haaland del tennis».

La Juve ha chiuso il mercato di gennaio ingaggiando Alcaraz.

«Un colpo alla Giuntoli, speriamo si riveli azzeccato come Kvaratskhelia a Napoli».

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Calhanoglu o Lautaro: chi è il pericolo principale dell’Inter?

«Lautaro, una punta top. Mi piace come si muove: si sposta sempre, è velenoso per i difensori».

Lei è molto appassionato di scacchi: quale mossa farebbe se fosse in Allegri per vincere la partita contro Inzaghi?

«Io gioco per rilassarmi, mentre le partite sono stressanti per gli allenatori... Ma una cosa è certa: dovesse venire fuori una partita tattica, è avvantaggiato Allegri, che è una vecchia volpe».

In Inter-Juve ci saranno tre figli d’arte: Thuram, Chiesa e Weah. Chi era il più forte dei papà?

«Tutti grandi, ma io avevo un debole per Weah. Non dimenticherò mai quel gol impressionante segnato partendo dalla sua area».

E se ripensa al suo periodo alla Juve, c’è un aneddoto divertente che le viene in mente?

«Più che divertente, quotidiano... Io sono abitudinario di carattere. Lippi cambiava spesso l’orario degli allenamenti, così tutte le mattine alle 7.30/8 chiamavo Pessotto per essere sicuro di non sbagliarmi. Un grande, Pesso. Bello vederlo ancora alla Juventus».

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