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Giornale – Inter, novità evidente. Conte, messaggio in codice e resa all’evidenza: il dubbio…

Alessandro De Felice

Il focus del quotidiano sulla nuova strategia comunicativa del tecnico nerazzurro e il cambiamento radicale rispetto al passato

"In attesa di cambiare l’Inter, Antonio Conte ha cambiato sé stesso. Finché dura, almeno". Il Giornale evidenzia il cambio di strategia comunicativa dell'allenatore nerazzurro, che nella seconda stagione alla guida del club meneghino ha modificato l'approccio con i media: "Dov’è finito l’allenatore perennemente insoddisfatto, il comunicatore spigoloso, il tecnico che si diceva costretto ad allenare una squadra costruita per altri? Aspettando le incursioni di Vidal, la crescita di Eriksen, la maturazione definitiva di Martinez, la novità più evidente dell’Inter 20-21 è proprio il modo che l’allenatore ha scelto per proporsi in pubblico. Tanto evidente da dubitare che sia reale".

Conte non ha lasciato trasparire amarezza dopo il pari contro lo Shakhtar Donetsk, il secondo consecutivo in Champions League: "Anche a Kiev, dopo un pareggio che non ha per nulla semplificato la pratica Champions, solo complimenti, e tanti, per il gruppo. Finora, nonostante 3 pareggi e un ko in 7 partite, mai un alibi, un rimpianto, una recriminazione, tanto meno una critica a qualcuno. Tutto bello e incoraggiante. E non che non ne avesse, di giustificazioni. Se Lukaku e Martinez devono continuare a giocare 3 volte a settimana, e poi viaggiare per le Nazionali, senza mai tirare il fiato perché gli altri attaccanti in rosa o sono infortunati (Sanchez, che novità…) o non all’altezza (Pinamonti), è logico che accusino qualche battuta a vuoto. Perisic di punta, per scardinare nel finale il muro dello Shakhtar, sembra un messaggio in codice alla società, ma anche la resa all’evidenza: e chi sennò? Eppure alla fine (dopo un pareggio che adesso obbliga l’Inter a fare almeno 3 punti, meglio se 4, col Real) non una parola".

Il Giornale analizza anche le scelte di mercato e le conseguente dell'accordo raggiunto a Villa Bellini: "Per un paio di giorni, la scorsa estate ha sognato Suarez, per non dire di Dzeko, ma si sarebbe accontentato di Giroud. Invece niente: di fatto, ha lo stesso attacco dell’anno scorso, con un 1999 (Pinamonti) al posto di un 2002 (Esposito). In mezzo chiedeva Kanté gli hanno lasciato Brozovic e Nainggolan perché nessuno li ha comprati e adesso spera che davvero Gagliardini sia pronto per tornare contro il Parma. Non proprio la stessa cosa, eppure per ora nemmeno un cenno. È come se dal patto di Villa Bellini, che a fine agosto sancì la pace tra l’allenatore e il resto del mondo Inter fosse nato un Conte inedito, meno ispido, aziendalista. Finché dura, ovviamente".