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Schweinsteiger: “Mourinho mi cacciò dallo spogliatoio e questa fu la sua spiegazione”

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Intervenuto nel podcast Overlap di Sky Bet, Bastian Schweinsteiger ha raccontato un episodio con Mourinho protagonista
Gianni Pampinella Redattore 

Intervenuto nel podcast Overlap di Sky Bet, Bastian Schweinsteiger ha raccontato un episodio con Mourinho protagonista. Il tedesco ricorda quando lo Special One lo cacciò dallo spogliatoio dello United. "Era la preseason del 2016 ed ero con la nazionale tedesca, avevamo giocato gli Europei raggiungendo le semifinali, quindi arrivai un po' più tardi allo United e la squadra era negli Stati Uniti per un tour. Quando arrivai il primo giorno, mi allenai con Zlatan Ibrahimović e pensai che fosse fantastico".

Mourinho

"Il giorno dopo, il giorno del mio compleanno, quando entrai nel campo di allenamento dello United a Carrington, John Murtough era lì e disse che non potevo entrare nello spogliatoio, lo aveva deciso l'allenatore. Nessuna comunicazione, niente. Non capii il motivo. Qualcuno avrebbe potuto dirmelo durante il mio primo giorno di allenamento o spiegarmelo in modo normale, ma okay, andai nello spogliatoio delle giovanili e mi allenai con l'Under 16. Mi cacciò dallo spogliatoio della prima squadra, quindi chiesi a Murtough di portarmi le scarpette e l'attrezzatura da allenamento".


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"Chiesi di parlare con l'allenatore nel pomeriggio, così quando tornai dall'allenamento con l'Under 16, incontrai Mourinho nel pomeriggio. Mi spiegò che non mi vedeva felice qui allo United perché quando mi infortunai, feci la riabilitazione con medici tedeschi, trascorrendo del tempo in Germania. Questo è vero, ma ero sempre in contatto con i medici e vidi tutte le partite dello United. I dottori avevano bisogno che fossi in forma e c'era una finale di FA Cup che quasi giocai. Questo era il nostro accordo e l'ho rispettato. Dopodiché, mi allenai da solo per almeno tre mesi con un preparatore atletico. Mi allenavo prima e dopo la prima squadra. José non mi permise di allenarmi con la prima squadra, immagino che volessero liberarsi di me. I miei compagni non capivano la decisione. Dovevo allenarmi la mattina o dopo la loro sessione per non vederli".

(ESPN)

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