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Zenga 60: “Ecco i momenti più belli all’Inter. Stavo per tornare come secondo di Pagliuca”

Marco Macca

L'ex portiere nerazzurro intervenuto a Sky Sport

Ospite in collegamento con Sky Sport in occasione dei suoi 60 anni, Walter Zenga, ex portiere dell'Inter e oggi allenatore del Cagliari, si è raccontato così:

ESORDIO - "Per esordire prima dovetti mentire sulla mia età. Bisognava avere 10 anni per giocare, e quindi io, che ne avevo nove, quando mi chiesero la mia età dissi che avevo un anno in più. Mi sgamarono subito, dovette intervenire mio padre con un documento in cui si assumeva la responsabilità della cosa".

RIPRESA - "Mi piacerebbe tornare a giocare, innanzitutto perché vorrebbe dire che si torna un po' a vivere. La previsione di tornare a giocare a giugno vuol dire che fra un mese e mezzo le cose andranno in modo differente. Non credo ci siano problemi a giocare d'estate, anche se la preparazione sarebbe diversa. Parliamo di professionisti senza partite ufficiali da 2-3 mesi, che dovrebbero tornare ad allenarsi. Ma le soluzioni ci sono. Mi permetto di dire che su un campo come quello da calcio i giocatori potrebbero allenarsi molto meglio che in un parco".

GIOCATORI - "Cerco di non stressarli, per permettergli di condurre una vita quanto più serena e gestirsi da soli. Ci sentiamo a giorni alterni".

CAGLIARI - "Sento questa squadra profondamente mia, anche se ho svolto qui solo 5 allenamenti e un'amichevole. Perché, in questo periodo che sto trascorrendo ad Asseminello, ho approfondito tutto quello che potevo approfondire, con lo staff e la società".

LA SUA INTER - "Rummenigge era un giocatore di grande professionalità. Uno degli acquisti più importanti della storia dell'Inter. Se devo dire uno di talento, dico Matthaus. Ma anche Brehme: tirava una volta di sinistro e una di destro. Ma anche Bergomi, Ferri, Matteoli. Ma se devo uno nominarne uno era sottovalutato dico Bianchi. Senza contare Berti".

EREDE - "Quando ho esordito nell'Inter avevo 23 anni e si diceva che un portiere matura intorno ai 30, era una condizione insolita per un grande club. Oggi, per esempio, c'è Donnarumma che, a poco più di 20 anni, ha già giocato più di 150 partite in Serie A. Fa impressione. A Crotone mi ero segnato sul mio blocchetto due nomi: Meret e Cragno. Mi avevano impressionato. Sono affezionato a Sirigu, che ho lanciato a Palermo, ma devo dire che quello che forse quello che vagamente mi ricorda di più è Perin".

BERGOMI - "Abbiamo condiviso tante notti in camera, ancora adesso mi chiedo come abbia fatto a sopportarmi. Siamo nati interisti e abbiamo fatto tutta la trafila, questo fa la differenza".

PAGLIUCA - "Se c'era qualcuno che poteva prendere il mio posto all'Inter quello era Pagliuca. Abbiamo fatto una cena insieme, perché dovevo diventare il suo secondo, anche se poi non se ne fece nulla".

AVVERSARIO DELL'INTER - "La prima volta è stato difficile. Affrontavo a San Siro con il Catania l'Inter di Mourinho, siamo riusciti a fare tre gol e a perdere la partita. Sono legato a quella partita, perché è stata un'emozione unica. Poi ricordo le partite con il Palermo e il Crotone. Riguardo a quest'ultima, la mattina Bergomi era venuto a vedere l'allenamento e gli feci vedere quello che avremmo fatto in partita. Ed è venuto tutto".

PARTITA PIU' BELLA E BRUTTA ALL'INTER - "Inter-Salisburgo. La più bella perché vincemmo la Coppa UEFA dopo un'annata molto particolare, la più brutta perché fu la mia ultima partita all'Inter. Mancini mi chiamò prima della doppia sfida dicendomi che sarei andato alla Sampdoria".

(Fonte: Sky Sport)