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Zenga: “Impensabile ripartire ora, il calcio sarà vita. Chi se ne frega delle vacanze! A Nainggolan…”

Alessandro De Felice

Le dichiarazioni dell'ex portiere nerazzurro e attuale tecnico del Cagliari sull'emergenza Coronavirus e lo stop del campionato

Appena quattro allenamenti, poi lo stop forzato. Walter Zenga, nuovo allenatore del Cagliari, non vede l'ora di ricominciare a lavora con la sua nuova squadra. L'ex portiere dell'Inter ha rilasciato un'intervista ai microfoni de' La Gazzetta dello Sport: "Dal 7 marzo non ho più sentito un giocatore, li ho lasciati in pace con le famiglie: ce l’hanno tutti qui, l’unico senza sono io. Sto facendo corsi di leadership online, su Wyscout ho studiato i profili tecnici e personali dei giocatori. Ho uno svantaggio rispetto agli altri 19 allenatori, sono appena arrivato: devo ridurre velocemente questo gap. Ma non sapere quando mi servirà tutto questo è dura, preferirei mi dicessero: fino a fine maggio non se ne parla. Autoisolamento? Dall’8 marzo, il giorno dopo un test con l’Olbia: il Cagliari è stato il primo club a suggerire ai suoi giocatori due settimane di autoisolamento preventivo e nel frattempo abbiamo iniziato a studiare tre ripartenze differenti. Ripresa smart working: attività a casa con supervisione del preparatore atletico. Ripresa a gruppetti, basata sul ricondizionamento. Ripresa ottimistica: tutta la squadra in campo. Per ora, primo protocollo: nessuna ripresa effettiva, solo attività a casa. Quanto serve alla squadra per essere pronta? Normalmente, pensiamo all’estate, dai 30 ai 45 giorni. Ma stavolta senza amichevoli".

"Nainggolanè un trequartista, una mezzala o che altro? È un top player che ha intelligenza, corsa, qualità, tiro. Può stare dove vuoi, anche davanti alla difesa, però io gli cercherò un posto fisso: quello dove potrà rendere al cento per cento".

Playoff e playout o addirittura l'annullamento del campionato tra le varie ipotesi. Zenga non ha dubbi: "Io oggi penso solo che vorrei non vedere più bare portate via dai militari, sentire di fabbriche chiuse, di gente senza lavoro. Se riprende il calcio vuol dire che riprende un po’ di vita e allora accetteremo quello che sarà. Nel caso la vedo dura finire entro giugno, più facile sfondare su luglio, e allora: le vacanze? Chissenefrega delle vacanze. Dobbiamo giocare a Ferragosto? Giochiamo a Ferragosto. Quattro partite alla settimana? Giochiamole. Stipendi tagliati? Non è giusto così: sarà così per forza".