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Inzaghi, ora manca l’ultimo gradino. Da Riad 4 risposte importanti e un piano B concreto

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Conquistato un altro trofeo dall'allenatore dell'Inter che ora deve confermarsi vincendo il campionato
Andrea Della Sala Redattore 

Simone Inzaghi ha conquistato un altro trofeo con l'Inter. La Supercoppa, terza di fila della sua avventura nerazzurra, ha grande importanza perché regala 8 mln alle casse societarie. Ma non solo, dà anche un segnale importante alla Juve, nel frattempo passata in testa al campionato con una gara in più.

"Ha ballato pure Simone Inzaghi, sull’aereo di ritorno da Riad a Milano. Ballava con gli altri intorno alla Coppa, baci e foto in serie per un trofeo che ha un valore grande così per la società, per la squadra e per lo stesso allenatore. Perché ora questa Inter ha vinto almeno una competizione per il quarto anno di fila e fin qui ci erano riusciti solo Angelo e Massimo Moratti. Perché la squadra ha fatto un altro pieno di fiducia in ottica campionato. E perché l’allenatore, statistiche alla mano, ha agganciato José Mourinho come terzo tecnico più vincente della storia nerazzurra, numero di trofei alla mano (5): meglio hanno fatto solo Helenio Herrera e Roberto Mancini (7)", scrive La Gazzetta dello Sport.


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"Si dirà: il peso specifico delle vittorie di Mou è diverso da quello di Inzaghi. Vero, ma le vittorie fanno la felicità comunque. Perché no, anche in termini economici, visto che Zhang si è messo in tasca 8 milioni di euro per questa Supercoppa. Poi Inzaghi sa bene che è soprattutto di fronte allo scudetto che sarà giudicato il suo lavoro e quello della stessa società. E che tra scrivere un pezzo di storia mettendo la firma sulla seconda stella e restare con l’amaro in bocca come nel 2021-22 il confine è molto sottile. Inzaghi all’Inter ha esaltato ancor di più una caratteristica che aveva messo in luce già alla Lazio, fin dei tempi delle giovanili, ovvero la straordinaria capacità nel gestire i tornei a eliminazione diretta, le partite secche, sotto ogni punto di vista, tattico e pure emotivo. L’allenatore ora deve salire l’altro gradino. Quello delle corse a tappe, delle maratone, ovvero dei tornei lunghi che sono sfiancanti sotto ogni punto di vista, anche da quello nervoso. A Torino devono saperlo bene, tanto è vero che provano a punzecchiare Inzaghi e tutto il mondo nerazzurro in ogni occasione possibile. Il tecnico fin qui non si è lasciato trascinare, facendosi scivolare tutto addosso. Saprà farlo fino alla fine? Saprà trasmetterlo alla squadra fino a maggio?".

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"E’ la sua prova del nove, questa. Perché vincere la seconda stella, oltre a fargli superare José Mourinho, vorrebbe dire mettere a tacere pure i discorsi sul peso specifico ed entrare definitivamente nel pantheon interista. Riad in questo senso gli ha regalato almeno quattro buone notizie. La prima, la fiducia intatta del gruppo squadra, cosa che una sconfitta contro il Napoli in Arabia avrebbe certamente minato. La seconda, la capacità di vincere... in stile Juventus, soffrendo e non solo dominando. La terza, ovvero la certezza ormai di avere un piano B concreto, il 4-3-1-2, non solo dettato dalla disperazione del risultato. La quarta, aver ritrovato una pedina come Alexis Sanchez. Su tutto, evidentemente, c’è bisogno di una conferma. Ma approcciarsi con una coppa in tasca a tre settimane chiave per il discorso scudetto, con due trasferte con Fiorentina e Roma e in mezzo lo scontro diretto con la Juve, di sicuro, rasserena gli animi", spiega il quotidiano.

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