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Arnautovic: “Zanetti e Ronaldo idoli. Ho fatto errori in passato, la prima volta all’Inter…”

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Arnautovic si è raccontato ai microfoni di Dazn: "Papà mi ha dato l'insegnamento più importante: rispettare tutti"
Matteo Pifferi Redattore 

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Marko Arnautovic è stato protagonista del nuovo episodio di New Brothers di Inter TV in onda su Dazn:

"Ho iniziato a giocare a 6-7 anni, mio papà mi ha trasmesso la passione per questo sport. Giocavo con mio fratello da piccolo, mi è piaciuto e ho iniziato"

Se non fossi stato calciatore, chi sarebbe oggi Arnautovic?

"Non lo so, anche mia mamma mi fa queste domande ma non so rispondere. Sono contentissimo e fortunato di essere un giocatore"


Segui altri sport?

"Un po' di basket, con due figli a casa è un po' difficile guardare la TV"

Primo ruolo

"Ho iniziato da esterno fino al West Ham, lì Moyes mi ha fatto capire che mi vedeva meglio da attaccante e da lì ho cambiato"

Chi ti ha ispirato di più?

"Zanetti, il capitano. Però da piccolo il Fenomeno Ronaldo"

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Il ricordo più bello della tua prima esperienza all'Inter?

"Quando sono arrivato in spogliatoio la prima volta e ho visto tutti quei grandi giocatori sono rimasto scioccato. Mi hanno chiesto come mi chiamassi e non riuscivo a rispondere, ero nervoso ma felice. Prima li vedi in TV e poi ti alleni e giochi con loro, un momento incredibile"

L'emozione che hai provato quando sei tornato ora

"Adesso è diverso, ho giocato anche contro ed è una squadra fortissima. Le emozioni sono le stesse, sono contentissimo di essere qua"

C'è stato un momento difficile?

"In Cina, era iniziato tutto bene. Volevo portare la mia famiglia lì, poi è iniziato il Covid e in due anni e mezzo ho visto tre volte la mia famiglia. Un periodo difficilissimo, c'è anche il fuso orario, era un casino anche se i primi 6 mesi sono stati perfetti"

Negli ultimi 13 anni hai girato parecchio il mondo: cosa hai imparato?

"La cultura. Quando vai in un altro paese sono sempre curioso di conoscere altre culture, ho imparato anche tanto. Per me era un periodo difficile in Cina ma lì ho imparato tanto, l'importanza della vita. Se è tutto perfetto e non hai famiglia e salute è difficile"

Recordman di presenze con l'Austria: cosa significa per te?

"Il mio sogno è sempre stato arrivare a 100, dopo magari mi fermo. Ma c'è amore per il calcio e per l'Austria, da qualche anno stiamo migliorando e questo mi dà voglia di andare avanti. Il mister è un grande uomo"

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Qual è stato l'insegnamento più importante e di chi?

"Mio papà mi ha detto di rispettare tutti, indipendentemente dal lavoro. Siamo tutti uguali, noi siamo uguali ai nostri tifosi. Serve rispetto sempre, sono 34 anni e mi chiama tutti i giorni per sapere del mio allenamento, come sto. Mi ricorda sempre di rispettare tutto"

Il fattore caratteriale ti ha aiutato?

"A volte sì, a volte no. Ho sbagliato tante cose e lo so anche io, non sono un ragazzo d'oro, ho anche io qualche cosa che va bene ma non ho mai perso la mia personalità. A volte non ho pensato prima di fare cose, quando sbaglio lo so e quando vado a casa penso molto e mi chiedo perché non ho pensato, perché ho detto cose, ho un carattere forte ma è così"

Scegli tre caratteristiche tecniche per descriverti

"Fisicamente forte, tecnica e abbastanza velocità"

Quanto è importante la vita da spogliatoio?

"Tanto, lo spogliatoio è importante. Quando fai cose insieme anche fuori dal campo è importantissimo, stiamo in campo un'ora e mezza al giorno e poi il giorno della partita. Ho visto che siamo un bel gruppo, siamo sulla strada giusta. Quando tutto va bene lì, si vede subito in campo"

Conta di più il talento o la determinazione?

"Il secondo. Il talento serve ma la determinazione è più importante"

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