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Blanc: “Thuram-Inter, scelta giusta. Pochi gol? Falso mito. E so che il Milan…”

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Lauren Blanc racconta Marcus Thuram, nuovo attaccante dell'Inter di Simone Inzaghi: "Il fatto che segni poco è un falso mito"

Laurent Blanc, ex difensore dell’Inter, parla alla Gazzetta dello Sport dell’arrivo di Marcus Thuram e non solo. Ecco le dichiarazioni dell’allenatore del Lione: “Da vecchio interista sono ancora più contento che Marcus Thuram abbia scelto il nerazzurro…”.

Blanc, ma Marcus è davvero pronto per spiccare il volo?

«Adesso sì. Se mi aveste fatto questa domanda due anni fa, quando già l’Inter si era avvicinata a lui, avrei risposto in maniera diversa: aveva ancora bisogno di farsi le ossa. In generale, ha fatto bene già anni fa ad andare in Germania dove si è strutturato e ha segnato tanti gol: adesso può fare felici i tifosi interisti e un club top capace di giocare alla grande una finale di Champions».


In che cosa è migliorato?

«La forza fisica lo ha accompagnato sempre, poi è cresciuto nella tecnica e nel mestiere dell’attaccante. Anche dal punto di vista del posizionamento in area: adesso sa come smarcarsi, dove farsi trovare per far gol. È partito sulla fascia, soprattutto a sinistra dove preferiva poi rientrare sul destro, nel tempo si è spostato ed è diventato un vero centravanti».

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Ecco, c’è un po’ di confusione sul ruolo: dove dà il meglio?

«Per me in mezzo: è una punta centrale molto difficile da marcare per la sua esplosività fisica. Ma può giocare assieme ad una prima punta, visto che sa venire incontro, e anche da attaccante esterno come qualche anno fa. Sa fare tante cose e tutte bene: è proprio uno di quei giocatori che tutti i tecnici vorrebbero».

Lo vede meglio con Lautaro o con Lukaku, se l’Inter dovesse tenere il belga?

«Per me completa entrambi. Saprebbe prendersi il centro dell’attacco giocando con Lautaro che gli girerebbe intorno. Ma farebbe pure quello stesso lavoro di movimento se ci fosse Lukaku al centro. Di certo, l’Inter ha un attacco formidabile, con punte diverse da assemblare».

Ma è vero che deve imparare ancora a “vedere” la porta?

«La vede molto più di quanto si pensi, il fatto che segni poco è un falso mito. In Germania ha proprio imparato, sa metterla dentro. Sono convinto che, inserendosi in una squadra di questo livello, ne farà altri. Quindi, non preoccupatevi...».

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La tradizione francese dell’Inter non è, forse, così ricca come in altre squadre italiane: con Marcus cambia la storia?

«Sono molto contento che Marcus porti la bandiera francese ad Appiano e che l’Inter sia più... francese. Certo che adesso in Italia c’è un Thuram interista e uno Weah juventino, si rischia di fare confusione! Scherzi a parte, sono ragazzi fortissimi che cercano la loro strada e vogliono andare oltre l’eredità paterna. Considerando sempre che è impossibile dimenticare papà così forti».

Ma come mai per lei Marcus non è andato al Psg?

«Ha fatto la sua scelta, sicuramente peserà la voglia di essere protagonista e suo padre lo avrà consigliato visto che conosce così bene la A: è un campionato competitivo e il fatto che arrivi da un altro torneo estero lo aiuterà. So pure che poteva andare al Milan, e invece... (ride, ndr)».

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